lunedì 22 marzo 2010

Milan-Napoli 1-1

MilaNiente Sorpasso
Non abbiamo sfruttato l'occasione per il sorpasso, ma non me la sono presa come dopo i pareggi con Bologna e Livorno (per citare solo le arrabbiature più recenti) sia per il potenziale dell'avversaria che per il secondo tempo giocato dai ragazzi.
Gli spunti di riflessione che nascono da questa partita non sono pochi:
ODDO - Dire che Oddo sia stato l'anello debole è banale ma sacrosanto. Ha permesso ad un buon giocatore (niente di più) come Campagnaro di fare tutto ciò che ha voluto. L'azione del vantaggio partenopeo sarebbe stata da ribaltarsi dalle risate se Oddo avesse vestito un'altra maglia ... è riuscito, tutto in una volta, a tenere in gioco Lavezzi che si inseriva dimenticando di "alzarsi" insieme al resto della linea difensiva, per poi fiondarsi come un proiettile a schienare Abbiati in perfetto stile "Grecoromano" nel tentativo di chiudere su un Quagliarella  già raddoppiato e, nello stesso tempo, lasciando una voragine sul suo lato per il comodo appoggio in rete del già citato Campagnaro. Ma è stata tutta l'ora passata da Oddo sul prato di San Siro a confermare che questo giocatore non può far parte della rosa di una squadra che punta a certi obiettivi.
D'altra parte se questa estate è stato tentato di tutto pur di trovargli una sistemazione lontano da Milanello qualche motivo ci sarà.
LEONARDO - Riallacciandomi alla controprestazione di Oddo, mi chiedo se Abate (seduto in panchina) non fosse gia pronto per rientrare dal primo minuto (e questo non si può sapere), mentre Antonini lo ha dimostrato chiaramente che poteva giocare dall'inizio. Con Antonini a sinistra, persino il grigio Zambrotta di oggi, a destra, avrebbe fatto decisamente meglio di Oddo.
LEONARDO 2 - E' tutta la stagione che alla prima difficoltà la squadra va in confusione totale. Anche oggi. Pato dopo dieci minuti comincia a toccarsi la coscia passeggiando per il campo e da quel momento abbiamo cominciato a perdere palloni banalmente: prima due consecutivi del Dinho, poi, sul terzo perso da Inzaghi, abbiamo preso il gol.
Se la squadra denuncia questa fragilità mentale, una qualche responsabilità va sicuramente ascritta all'allenatore che, evidentemente, non riesce a dare tranquillità ai ragazzi nei momenti complicati.
PATO - Sono quasi quattro mesi che è un continuo dentro e fuori (molto più fuori che dentro), come mai? qualcuno comincia a pensare che il Papero sia ipocondriaco, qualcun'altro afferma che è colpa dello staff sanitario che non lo sa curare o addirittura non riesce a stabilire una diagnosi attendibile. Quello che è certo è che, almeno nella comunicazione, la confusione regna sovrana. Prima lo si dà miracolosamente disponibile, quantomeno per la panchina, per Roma-Milan; poi si ipotizza un suo rientro per Manchester, e dopo aver saltato il Chievo domenica scorsa rientra con il Napoli per rimanere in campo neanche un quarto d'ora.
Un Pato in salute che finalmente fa il decisivo salto di qualità che ci si aspetta da lui (è giovane ma intanto il tempo passa) avrebbe potuto rappresentare il valore aggiunto necessario per raggiungere il sogno che, vista la classifica, non si può non coltivare. Adesso mancano nove partite al termine della stagione, se Pato vuole lasciare la sua impronta si deve sbrigare.
PIRLO+SEEDORF - Quei due insieme (+ Dinho, +Inzaghi, +Pato), sono un lusso che non ci possiamo permettere, altrimenti il Flamini, l'Ambrosini o il Gattuso di turno non ce la possono fare in copertura.
A mio modesto parere Pirlo con un solo incontrista va doppiamente in difficoltà: non ha il dinamismo necessario per coprire efficacemente una zona di campo troppo ampia e, nel frattempo, perde lucidità in impostazione ... in altre parole non riesce a fare bene nè una cosa nè l'altra.
A Seedorf rimprovero l'atteggiamento assunto al momento della sostituzione, a mio parere nei suoi 80' ha inciso poco rimanendo troppo fuori dal gioco, e la sostituzione ci poteva stare. Senza considerare che è uno dei meno sostituiti di tutto il gruppo e se gli capita di uscire prima del termine deve avere l'umiltà per accettare serenamente la decisione dell'allenatore.
DINHO - Ha sicuramente giocato una buona partita. C'è, però, un aspetto nel suo modo di giocare che dovrebbe assolutamente correggere per migliorare il suo rendimento e, di conseguenza, le potenzialità della squadra. Quando temporeggia tenendo la palla sotto la suola, la maggior parte delle volte viene circondato e finisce con il perdere la sfera. Sono sicuro che se provasse a scaricare palla più rapidamente ne trarrebbero giovamento sia lui che il Milan, ma è troppo innamorato del pallone. E poi dovrebbe tentare il tiro in porta qualche volta, difetto che non riguarda solo lui.
INZAGHI -  Pippo è la nota positiva a tutto tondo. Nella mezz'ora giocata domenica scorsa contro il Chievo aveva fatto capire che stava bene, oggi ha disputato una partita incredibile per quanto si è mosso, e per la continuità nei 90'. Se sforna una delle sue proverbiali primavere potrebbe lasciarla lui un'impronta importante sulla stagione.

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