venerdì 26 febbraio 2010

Carpe Diem

Neanche il milanista dotato del più sfrenato ottimismo avrebbe mai immaginato di arrivare, dopo la 25^ giornata, a -4 dai "presunti cugini" (espressione coniata da Carlo Maria Lomartire a Milan Channel).
Stiamo facendo un bel giro sulle montagne russe ... la partenza è lenta, dopo sette giornate siamo decimi in classifica (in compagnia di Lazio e Palermo) a -7 da Samp e Inter. Poi si comincia a salire, e alla 15^, dopo sette vittorie e un pari, siamo secondi a -4 da quelli là ... e nel profondo dell'animo, ogni milanista (o quasi) comincia a pensare al miracolo. Ma inizia la picchiata ... alla 16^ le prendiamo in casa dal Palermo e non approfittiamo del pari onestone a Bergamo. Nell'ultima giornata prima della sosta natalizia noi restiamo al palo per la neve fiorentina e la banda Moratti allunga portandosi a +8 con la vittoria sulla Lazio.
Si riprende l'ascesa con le tre vittorie consecutive nelle prime partite del 2010, mentre i Mourinho boys lasciano per strada due punti pareggiando a Bari dopo essere andati sotto per 2-0, proprio la domenica che precede il derby.
In queste tre partite vinciamo 5-2 con il Genoa, 3-0 a Torino e 4-0 con quel Siena che, sette giorni prima, contro l'Inter, dopo essere stata in vantaggio per 3-2 subisce il pari all'88' e perde la partita al 93'.
Dopo la 20^ giornata, e alla vigilia del derby, siamo a -6 e, soprattutto, diamo la sensazione di arrivare alla sfida in condizioni fisiche e psicologiche decisamente migliori.
Discorso scudetto riaperto ... si sogna di vincere il derby e arrivare a -3 con la partita di Firenze ancora da recuperare.
Ma il percorso delle montagne russe prevede ancora una picchiata, nel derby prendiamo qualcosa di più dei due ceffoni rappresentati dai gol di Milito e Pandev e, ancora barcollanti, raccogliamo due miseri punti contro Livorno e Bologna. La picchiata ci porta, dopo la 23^ giornata, a -9 dalla seconda squadra di Milano, e ci vediamo sorpassati anche dalla Roma che si porta a +2 ... sempre con la partita di Firenze da recuperare.
Lo 0-0 di Bologna rappresenta il punto più basso della picchiata, e il binario torna a salire ... le vittorie su Udinese e Bari, insieme a quella incredibile di mercoledì a Firenze nel recupero, ci riportano a -4 da quelli là che pareggiano a Napoli e in casa con la Samp (giocando a wrestling più che a football).
Domenica ospitiamo l'Atalanta penultima in classifica, mentre l'Intelecom va a giocare a Udine decimata dalle squalifiche e contro una squadra in ripresa.

Carpe diem, tradotto letteralmente, significa "cogli il giorno" nel senso di "vivi il presente", anche se oggi si tende a tradurlo in "cogli l'attimo" assegnando a questa locuzione un significato opportunistico.
Forse per evitare nuove picchiate dovremmo sposare il significato originale del "Carpe Diem" che troviamo in un verso delle Odi di Orazio:
"Carpe diem, quam minimum credula postero" ... "vivi il presente, confidando il meno possibile nel domani".
Anche se è estremamente difficile, forse dovremmo adottare questa "filosofia", provare ad affrontare le prossime tredici partite concentrandoci su ciò che facciamo noi, senza pensare a quello che fanno gli altri, senza stilare tabelle, senza pensare che se noi battiamo l'Atalanta e quelli là non vincono a Udine ...
Il nostro pensiero e i nostri sforzi devono puntare a vincere domenica dopo domenica guardando solo a noi stessi, e, a fine campionato, tireremo le somme.
Ogni volta che siamo arrivati quasi a toccare la vetta siamo ripiombati nel precipizio, e quella di domenica è proprio quel tipo di situazione, cerchiamo di cambiare abitudini.

sabato 20 febbraio 2010

Patti Chiari Amicizia Lunga

MilAnomalia
Non è mai capitato di vedere Ancelotti replicare alle esternazioni di Berlusconi come ha fatto oggi Leonardo. Il Carletto preferiva incassare e stemperare il clima con qualche battuta.

Capire la "ratio" delle dichiarazioni del proprietario del Milan diventa sempre più complicato.
Dopo mesi nei quali risultava evidente la necessità di inserire in rosa un ricambio per i nostri due attaccanti esterni, e dopo averne finalmente preso uno (forse l'unico disponibile) quasi a tempo scaduto pur di accontentare in qualche modo le esigenze di Leonardo, il mutismo di Berlusconi riguardo al Milan si interrompe solo per criticare la scelta dell'A.D. rossonero e, in seconda battuta, dell'allenatore, per l'arrivo del "trequartista" (?!?!) Mancini.
Ma prima di dare il via all'operazione non ne hanno parlato? Possibile che Berlusconi sia totalmente estraneo alle vicende del proprio Club? E se si, quale sarebbe lo scopo di queste sue affermazioni? Forse scaricare le responsabilità su chi stà gestendo la squadra nonostante le poche risorse messe a disposizione dal proprietario?
Certo che se anche non vuole (o non può) più aiutare il Milan economicamente ci si aspetta almeno che Berlusconi supporti a parole la sua squadra, invece, incomprensibilmente, "rema contro", giusto per utilizzare un'espressione che gli è cara in altri ambiti.

Martedì scorso incontriamo una squadra forte e in forma come il Manchester e la mettiamo sotto per un tempo giocando un ottimo calcio, poi, complici le carenze dell'organico e una grossa dose di sfortuna (ma anche alcune scelte dell'allenatore), perdiamo la partita per 3-2. Il giorno dopo i giornali attribuiscono a Berlusconi frasi che addossano a Leonardo la colpa di non riuscire a vincere e a far giocare bene la squadra pur avendo a disposizione una gruppo vincente (?). Viene da chiedersi se il proprietario del Milan abbia visto la partita, e se abbia visto anche quelle giocate contro Livorno e Bologna.
Se proprio voleva esprimere il suo scontento per le prestazioni del Milan forse era lecito aspettarsi che lo facesse (preferibilmente in privato) dopo quelle due partite di campionato.
E' comunque evidente che questo non è il modo migliore per dare all'ambiente la serenità necessaria.

Oggi Leonardo ha risposto alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa della vigilia del match di campionato. Naturalmente è arrivata la richiesta (Pellegatti) di un commento sulle dichiarazioni di Berlusconi. Leonardo non è uno a cui piace alimentare polemiche, ma è una persona molto intelligente e orgogliosa il giusto, non ha risposto alle dichiarazioni del Premier prima che fosse sollecitato sull'argomento, e la risposta è stata pacata ma ferma. Ha detto che gli accordi sono stati chiari fin dall'inizio (forse anche sul programma, disatteso, di rafforzamento della squadra?) e che se non lo si ritiene la persona giusta al posto giusto basta dirlo, avanti un altro e nessun problema di contratto e ingaggio. Inoltre ha aggiunto che queste presunte dichiarazioni sicuramente non fanno bene alla squadra. Questa è la sua posizione, indipendentemente dal fatto che le dichiarazioni siano vere o no.

Tradotto in "formula bruta" :
Caro Sivio, stò facendo miracoli con quello che mi hai messo a disposizione. Ho accettato l'incarico convinto che mi sarebbero stati messi a disposizione i giocatori adatti al tipo di calcio che avevo in mente, invece mi sono dovuto inventare qualcosa col materiale umano in mio possesso. Non sono uno "yesman", come dicevi ma probabilmente non pensavi, e non ho la minima intenzione di fare il tuo parafulmine.
Che ognuno si assuma le proprie responsabilità, se non ti va bene come stò lavorando licenziami (che tanto non pretendo neanche di essere pagato una volta esonerato), altrimenti evita di creare tensioni inutili e negative alla squadra e di scaricare le responsabilità sempre e solo sugli altri.

Vedremo se il proprietario del Milan ha recepito il messaggio.


mercoledì 17 febbraio 2010

Musichette e Habitat

MilAntologia
A volte le cose cambiano e non ce ne rendiamo conto, siamo talmente sicuri di noi e del nostro ambiente che non cogliamo i segnali di avvertimento che si manifestano intorno a noi.
A volte pensiamo che possa bastare trasmettere una certa musichetta in uno spogliatoio per risvegliare l'orgoglio sopito o ritrovare la freschezza perduta.
A volte crediamo che sia sufficiente tornare nel proprio "contesto naturale" per rialzare la testa  e ritrovare magicamente l'antico splendore ormai appannato dal tempo e dall'usura.

C'è un dato interessante che ha radici nella scorsa stagione ed è "sbocciato" quest'anno ... più precisamente ieri sera:
nei 55 anni della nostra storia, nell'ambito delle manifestazioni europee, la più lunga striscia di partite interne senza vittorie risaliva al 2001, ed era costituita da 5 gare.
Champions League 2000/01 ... allenatore Zaccheroni, dopo avere eliminato la Dinamo Zagabria nei preliminari inizia il girone a quattro squadre del primo turno (allora c'era anche un secondo turno a gironi che qualificava ai quarti di finale). La prima partita del girona la giochiamo a San Siro contro i turchi del Besiktas che battiamo agevolmente per 4-1 con la doppietta di Sheva e i gol di Bierhoff e Coco. Dopo quella partita andiamo a Leeds dove perdiamo 1-0 per la famosa "prima" (nel senso di papera) di Dida. La terza giornata ci vede ospiti vittoriosi a Barcellona ... 2-0 con reti di Bierhoff e Coco (incredibile ... due gol in Europa per Coco), dopodichè inizia la striscia negativa:
1) Milan-Barcellona 3-3 doppietta di Albertini più Josè Mari per noi e tripletta di Rivaldo per loro.
Alla quinta si va in Turchia a battere per la seconda volta il Besiktas ... 2-0 con gol di Sheva e Josè Mari. Ultima partita del girone è:
2) Milan-Leeds 1-1 con il gol di Serginho e qualificazione al turno successivo dove troviamo ancora una squadra turca che incontriamo a Milano nella prima giornata:
3) Milan-Galatasaray 2-2 in rimonta con i gol di Josè Mari e Sheva dopo il doppio svantaggio accusato nel primo tempo.
Nella seconda giornata torniamo in Spagna, invece che a Barcellona questa volta andiamo a La Coruña, e dopo aver vinto in Catalunya vinciamo anche in Galizia con un gol di Helveg.
La terza avversaria del girone è il Paris St.Germain che affrontiamo a San Siro nella terza giornata:
4) Milan-Paris St.Germain 1-1 con il gol segnato da Leonardo (ma guarda ...), stesso risultato che otteniamo a Parigi nella quarta giornata, ma in questo caso il gol lo segna Josè Mari.
La penultima giornata ci vede impegnati in Turchia per la seconda sfida contro il Galatasaray che ci batte seccamente per due a zero.
Nell'ultima partita del girone affrontiamo in casa il Deportivo La Coruña contro il quale ci serve solo la vittoria per l'accesso ai quarti di finale ... invece:
5) Milan-La Coruña 1-1 con il gol di Sheva che pareggia l'iniziale vantaggio galiziano ma che ci estromette dalla competizione con il conseguente esonero di Zaccheroni sostituito fino al termine della stagione da Cesare Maldini.
Quindi striscia di cinque partite consecutive a Milano senza vittorie. Per fermare la sequenza peggiore in tutta la storia rossonera ed "espugnare" San Siro, dobbiamo aspettare la stagione seguente (in coppa Uefa) affrontando i bielorussi del Bate Borisov di tale Vitaliy Kutuzov: 4-0 per noi con i gol di Rui Costa, Javi Moreno, Sarr e Pippo Inzaghi.

Ma torniamo ai giorni nostri e ripartiamo ancora dalla coppa Uefa. Nella stagione scorsa l'habitat è si europeo, ma non è proprio il vero e autentico habitat che offre prestigio e gloria (e denaro). Dato che questo piccolo viaggio all'inferno (ma tanto noi siamo diavoli) ci costerà la cessione di Kakà (que es siempre mi hermano, pero yo no soy Digao), avremmo potuto almeno toglierci la soddisfazione di vincere questa coppa che, tra l'altro, manca nella nostra fornitissima bacheca internazionale ... ed in più avremmo tolto di bocca allo "special pirla" la ormai famosa espressione "szeru tituli" ... ma va beh ...
Dopo evere "spezzato le reni" allo Zurigo nel turno preliminare (con un 3-1 interno), affrontiamo il gironcino a cinque con gare di sola andata. Prima partita in Olanda e agevole 3-1 contro l'Heerenveen con un autogol olandese arrotondato da Gattuso e Pippo. Nella seconda partita ospitiamo i portoghesi dello Sporting Braga che riusciamo a piegare solo all'ultimo secondo dell'ultimo minuto di recupero con la bordata di Ronaldinho al sette dopo il tocco di Ringhio. Terza partita a Portsmouth, dove la leggenda narra che siano nati i primi contatti con gli emissari del Manchester City per Kakà seguiti dal felice quanto momentaneo epilogo del gennaio 2009 che ricordiamo tutti bene. 2-2 in Inghilterra con i gol di Dinho su punizione e pareggio nel finale di Inzaghi. L'ultima partita del gironcino ci pone di fronte ai tedeschi del Wolfsburg di Dzeko. Vincendo, il Milan si assicurerebbe il primo posto nel girone che permetterebbe di non affrontare le terze classificate degli otto gironi di Champions ... e invece:
1) Milan-Wolfsburg 2-2 con reti si Ambrosini e Pato. Milan secondo nel girone e sorteggio per i 16i che ci vede opposti al Werder Brema (di Diego). L'1-1 dell'andata (Inzaghi) è un buon risultato, basta vincere in casa ... invece:
2) Milan-Werder Brema 2-2 il doppio vantaggio ottenuto con i gol di Pirlo su rigore e Pato non basta a metterci al riparo da un ormai troppo frequente black-out, e il risultato finale ci elimina anche dall'Europa di serie B.
Ma, finalmente, quest'anno torniamo nel nostro habitat naturale, quello che dispensa, come dicevamo prima, prestigio gloria e denaro.
Questa è storia recente e non voglio dilungarmi troppo, elenco solo le quattro partite giocate a Milano in Champions League in questa stagione:
3) Milan-Zurigo 0-1 (quelli a cui avevamo "spezzato le reni" lo scorso anno)
4) Milan-Real Madrid 1-1 con il rigore di Ronaldinho.
5) Milan-Marsiglia 1-1 e gol di Borriello
6) Milan-Manchester Utd 2-3 con il gol di Dinho e Seedorf.
E' un dato di fatto, abbiamo stabilito il nuovo "record" negativo in gare interne nelle competizioni europee nella nostra storia.
E' molto difficile che si possa disporre dell'opportunità di interrompere la sequenza in questa stagione, ma chissà ... certo che per essere il nostro habitat naturale sembra piuttosto insidioso ...

Milan-Manchester Utd 2-3

... a campi invertiti ma è lo stesso risultato dell'andata nel 2007 ... magari gli facciamo un 3-0 a domicilio ... va beh, si fa per sdrammatizzare una serata nella quale gli dei del calcio non ci sono stati propizi, anche se qualcosa da imputare a noi stessi c'è di sicuro.
Abbiamo giocato una grande partita fino allo sfortunato (per noi) gol di Scholes, poi ci siamo sgonfiati rischiando la figuraccia. Anche nel derby di andata, dopo una buona prima mezz'ora nella quale avevamo giocato meglio noi, abbiamo preso il gol e ci siamo sciolti come neve al sole.
Forse c'è un deficit di autostima, finchè va tutto bene mettiamo in mostra le nostre qualità, ma appena le cose si complicano ci crolla tutto addosso.

Veramente incredibile la sfortuna sul primo gol. Un Antonini migliore dei nostri insieme a Ronaldinho, Bonera e Ambrosini si infortuna scivolando sul pallone, gli inglesi sfondano sul lato non più presidiato da Luca e crossano per Scholes che cicca la palla con il destro e la incoccia con lo stinco del sinistro mandando la sfera sul palo interno e poi in porta. E' bastato questo episodio sommato alle occasioni non sfruttate in precedenza per mandarci in tilt, salvo poi ritrovare lo spirito giusto dopo il 2-3 di Seedorf fino a sfiorare il pareggio.

La nostra sfortuna è anche dovuta al fatto di dover schierare Nesta, Thiago e Pato ancora convalescenti, con Nesta che ha giocato la sua peggiore partita stagionale e Pato che ha pasticciato per tutto l'incontro sprecando anche un'ottima occasione nel secondo tempo.
Brutte anche le prestazioni di Pirlo e Huntelaar ... forse con Borriello ...

Se una speranza di strappare la qualificazione esiste ancora, la si può trovare nella difesa dei Red Devils che oggi ha concesso tanto dimostrando di non essere imbattibile. Se tra tre settimane dovessimo andare a Manchester con i nostri uomini più importanti in migliori condizioni potrebbe anche scapparci l'impresa. L'importante è che la squadra ci creda e vada a giocarsela senza paura, d'altra parte ormai non abbiamo più niente da perdere.

Consoliamoci con questo ...

martedì 16 febbraio 2010

Milan-Manchester Utd

MilAnsia
Torna la Champions League e, come capita da qualche anno, la ripresa delle competizioni continentali ci coglie in un periodo non brillantissimo.

In generale esistono alcuni aspetti che mi fanno vivere queste ore di attesa con una certa apprensione, ma ne esistono anche altri che, in qualche modo, compensano i primi.

Punto 1
L'aspetto scaramantico. Come tutti sappiamo abbiamo eliminato i Red Devils quattro volte su quattro, e questo dato, paradossalmente, è quello che mi preoccupa di più. Contro una squadra con la tradizione del Manchester Utd ci si può aspettare che prima o poi vada male.
Ma anche nel 2007, quando fu sorteggiato il quarto di finale contro il Bayern, la situazione era la stessa ... quattro confronti contro i bavaresi e quattro nostre qualificazioni. Anche allora mi sentii che avremmo pagato pegno alle leggi della probabilità, ma, dopo il 2-2 interno, disputammo una partita fenomenale a Monaco di Baviera ed eliminammo i tedeschi per la quinta volta ...

Punto 2
Nelson Dida. Diciamocelo francamente ... è una mina vagante. Può inventarsi la parata miracolosa come anche la papera colossale. A mio parere ha sbagliato Leonardo a non insistere su Abbiati dopo l'ottima prova in coppa Italia con l'Udinese e l'esordio in campionato con il Livorno del 31 gennaio scorso. Riproporlo questa sera dopo quattro partite consecutive sarebbe stato ben diverso che rimetterlo in porta dopo 15 giorni di assenza dal campo di gioco, potrebbe risentire della pressione e combinare qualche guaio. D'altra parte non sono solo i tifosi che considerano Dida una specie di roulette russa, ma anche i suoi compagni di squadra. Per una difesa sapere di avere alle spalle un portiere affidabile, forte nelle uscite, che magari non fà miracoli ma che (quasi) sicuramente non combina guai, è un aspetto determinante per giocare con la tranquillità necessaria e per non abbassare troppo la linea difensiva. Non avendo sfruttato questa opportunità, questa sera sia che giochi Dida, sia che giochi Abbiati (cosa che mi auguro), per la difesa sarà comunque difficile trovare la serenità necessaria.

Punto 3
La difesa. Abbiamo, probabilmente, la coppia di centrali più forte d'Europa, ma Nesta rientra da un infortunio dopo il rodaggio di venerdì, e Thiago Silva, dopo l'acciacco patito contro l'Udinese, se giocherà sarà inconsciamente limitato dal pensiero di potersi fare male. Spero che lo staff medico sappia decidere se vale o meno la pena di rischiarlo sia per evitare di perderlo per un periodo di tempo più lungo, sia per non bruciare un cambio troppo presto. In ogni caso, adesso, disponiamo finalmente di Bonera che dà ampie garanzie. Abate e Antonini stanno disputando un'ottima stagione ma non dispongono di molta esperienza internazionale, e, a questi livelli, questo aspetto è determinante. D'altra parte se uno non gioca mai questo genere di partite diventa complicato acquisire esperienza, senza contare che le alternative sarebbero Oddo, assente da mesi, Favalli, che pur facendo buone cose ne combina una a partita, e Janku che è un pericolo per la nostra fase difensiva.

Punto 4
Il centrocampo. Ambrosini non si discute. Pirlo non stà brillando ma è impensabile non schierarlo questa sera. Il dubbio è su chi ricadrà la scelta di Leonardo per la terza casella. Seedorf è l'unico che permette di schierare il 4-2-1-3, ma è in precarie condizioni fisiche e non possiamo permetterci di mettere in campo un giocatore come quello visto a Bologna. Neanche Gattuso è al meglio dal punto di vista fisico, ma garantirebbe una maggiore copertura anche in considerazione del fatto che non prendere gol in casa ha un'importanza fondamentale. Se si vuole dare copertura al centrocampo forse potrebbe essere Flamini il tassello per completare il centrocampo, ma anche lui stà giocando (troppo) poco e difficilmente ha nelle gambe il ritmo partita. Alla fine il prescelto potrebbe essere Beckham, ma utilizzato come lo scorso anno e non come vice-Pato come visto da quando è tornato alla base. Quello che preoccupa un pò è che Becks, anche se utilizzato fuori posizione, non ha ancora pienamente convinto.

Punto 5
L'attacco. Nonostante l'assenza di Borriello, questo è il reparto che sembra offrire le maggiori garanzie. Il ritorno di Pato è manna dal cielo per dare profondità e velocità alla nostra fase offensiva. Anche se obiettivamente la partita di venerdì ha mostrato un Papero molto impreciso e approssimativo, bisogna ammettere che poter disporre di due punte pure ci cambia letteralmente la vita, e vedere Patinho scattare ancora nei pressi del 90' dimostra che atleticamente è già a buon punto. Dinho è un'incognita, la presenza di Pato sembra essere un toccasana per il gioco del Gaùcho. E' solo da verificare se il Ronaldinho di questa sera sarà quello visto contro Siena e Udinese, o quello abulico sceso in campo nel derby, con il Livorno e a Bologna. Centravanti: preso atto dell'assenza di Borriello, il ballottaggio è tra Huntelaar e Inzaghi.
Sappiamo che Pippo in queste partite si esalta e dà il meglio di sè, ma, se si esclude la coppa Italia e qualche spezzone di partita, non gioca dal 28 ottobre (a Napoli). Credo che sia il caso di iniziare con l'olandese, esaltato dalla doppietta di venerdì scorso, e, magari, inserire Inzaghi nel corso della ripresa contro difensori meno lucidi e più stanchi.

Insomma, i punti interrogativi non mancano, qualcuno dei quali (Abbiati e Flamini) dovuti a scelte discutibili di Leonardo. Si può sperare che, alla fine, siano i nostri punti di forza a determinare l'esito della gara di questa sera, da Nesta a Thiago, dal Dinho a Pato e alla ritrovata vena in zona gol di Huntelaar passando dal nodo cruciale rappresentato dal centrocampo, il settore del campo dove spesso si decidono i destini di una partita di calcio.

mercoledì 10 febbraio 2010

... e se a Pato o Dinho viene un raffreddore? ...

... chi gioca se in rosa non esiste nessuna alternativa?
MilAnemico
Questa è la domanda, sbagliata, che si pongono i tifosi da questa estate e che continuano a porsi dopo la sessione di mercato invernale. Domanda sbagliata perchè quella giusta pone l'interrogativo solo su chi possa sostituire Pato, che è l'unica vera seconda punta presente nel nostro organico.
Per nostra sfortuna a Pato è venuto qualcosa di più di un banale raffreddore (anche se non si sa bene cosa), infatti l'ultima partita giocata dall'inizio risale all' 8 dicembre a Zurigo, e da allora sono passati oltre due mesi e non esiste ancora una data certa per il rientro. L'impegno successivo è Milan-Palermo (0-2) giocato il 13 dicembre con Pato in panchina (acciaccato?) e Milan schierato con una sola punta (Borriello) proprio perchè non disponiamo di nessun sostituto naturale del papero, mentre gli altri attaccanti veri sono Inzaghi e Huntelaar, centravanti come Borriello. Affrontiamo il Palermo con Abate ala destra, quindi un giocatore che può sostituire Pato solo nominalmente, non tecnicamente e neanche tatticamente. Andiamo sotto ad inizio ripresa con il gol di Miccoli che si beve Zambrotta e batte Dida in diagonale; un minuto dopo esce Abate ed entra Pato per quella che sarà la sua ultima apparizione fino ad oggi.
Non voglio pensare che Alexandre si sia procurato l'infortunio che lo tiene ancora fuori per avere giocato gli ultimi 40' contro il Palermo, anche perchè, se non ricordo male, si parlò di un problema muscolare solo nell'allenamento di rifinitura alla vigilia di Milan-Genoa del 6 gennaio, ma non so e non ricordo se la panchina contro i siciliani sia nata per concedere al brasiliano un turno di riposo o se già esistesse qualche problema fisico.

Il punto cruciale è che da allora non abbiamo più a disposizione l'unico giocatore che dà un senso al 4-2-1-3 di Leonardo, e da allora giochiamo con Borriello unica punta con un centrocampista (Beckham e adesso Mancini) finto attaccante a destra. Il risultato è una sterilità offensiva che è stata solo mascherata nelle prime tre partite del 2010 che hanno prodotto altrettante vittorie con la bellezza di 12 gol realizzati.
E' chiaro che segnare con una media di quattro gol a partita a tutto fa pensare tranne che esista un problema in attacco, ma se non ci si limita a considerare questo dato con uno sguardo superficiale e si analizza con attenzione in quale modo siano scaturiti questi dodici gol, si può capire perchè queste tre partite abbiano tratto in inganno Leonardo e il suo staff.

Fino a dicembre l'unica punta è scesa in campo in 6 occasioni (tutti spezzoni di gara) per un totale di 198' senza gol realizzati e due subìti, le gare sono:

Milan-Inter 0-4 nei primi 19' della ripresa (0 gol fatti e 0 subìti in quei 19')
Udinese-Milan 1-0 nell'ultima mezz'ora di gioco (0-0)
Milan-Bari 0-0 nei primi 56'
Milan-Roma 2-1 per tutto il primo tempo (0-1)
Milan-Cagliari 4-3 negli ultimi 7' (0-0)
Milan-Palermo 0-2 nei primi 50' (0-1)

ma voglio concentrarmi solo su quanto capitato nel 2010.

Dalla ripresa della stagione l'unica punta ha giocato per tutti i 90' contro il Genoa (5-2), la Juve (3-0) e il Siena (4-0), poi nei primi 80' del derby (0-2), nei primi 77' con il Livorno (1-1) e nei primi 61' domenica a Bologna (0-0).

Risultano 488' con 13 gol fatti (1 ogni 38') e 5 subìti (1 ogni 98') che sembrerebbero numeri positivi, ma...

Ci sono tre modi per andare in gol:

1) su azione di contropiede
2) contro la difesa schierata
3) su palla inattiva

c'è un quarto modo: l'errore grave del difensore o del portiere come quello dal quale nasce il rigore dell'1-0 con il Siena.

Milan-Genoa 5-2 Dopo l'errore dal dischetto del Dinho, prendiamo gol da Sculli (0-1) e la partita si mette male, ma i liguri non si chiudono e guadagnamo un altro rigore con Ambrosini addirittura dopo una ripartenza (1-1). Il 2-1 di Thiago nasce sugli sviluppi di un calcio di punizione, situazione di gioco offensiva che non viene influenzata dal numero degli attaccanti. Il Genoa che lascia giocare e si trova in svantaggio ci concede il contropiede del 3-1 di Borriello con assist di Antonini. Anche il 4-1 nasce da palla inattiva: corner respinto dalla difesa rossoblù e seconda palla di Antonini per Borriello. Il 5-1 nasce da una percussione del Dinho contro la difesa schierata che provoca il rigore realizzato dallo stesso brasiliano.

Juventus-Milan 0-3 Questa partita la risolviamo con tre gol sugli sviluppi di altrettanti calci d'angolo, quindi ancora una situazione che non risente negativamente del fatto di schierare una sola punta.

Milan-Siena 4-0 Non consideriamo che il Siena era (ed è) ultima in classifica, che aveva (ed ha) la peggior difesa del campionato, che veniva da tre sconfitte consecutive (una immeritata contro l'Inter) e che aveva perso in tutte le precedenti otto trasferte. Consideriamo però che, come detto più sopra, dopo 10' ci troviamo a calciare un rigore in superiorità numerica per il gentile omaggio di Brandao. Gol del 2-0 di Borriello contro la difesa (??) schierata su assist di Pirlo, 3-0 su palla inattiva (corner di Becks e incornata del Dinho) e 4-0 ancora contro la difesa schierata con Ronaldinho che si libera al tiro al limite dell'area.

Nel derby di ritorno giochiamo in superiorità numerica dal 26', ma la seconda punta la inseriamo solo all'80' buttando al vento, con il rigore sbagliato da Ronaldinho, anche l'occasione di andare sull'1-2 con due uomini in più e tre minuti ancora da giocare.

A Livorno ancora Borriello unica punta (sostituito dal 1' della ripresa da Hunt) e seconda punta in campo al 77'. Con Ambrosini segnamo il secondo gol contro una difesa schierata, in parità numerica, in queste sei partite.

A Bologna, storia recente, ancora il solo Borriello in attacco fino al 61' quando finalmente entra Hunt.

In definitiva i 13 gol segnati nelle ultime sei partite nascono:
6 sugli sviluppi di un calcio piazzato (1 in superiorità numerica)
4 contro la difesa schierata (2 in superiorità numerica)
2 su azione di contropiede
1 su regalo di Brandao

Quindi è abbastanza evidente la difficoltà che si incontra nell'affrontare con una sola punta la difesa schierata, situazione tattica nella quale abbiamo realizzato quattro gol in 488', ma solo due in 408' in parità numerica (l'azione che provoca il rigore dell'5-1 contro il Genoa e il gol di Ambrosini con il Livorno) .
Con l'unica punta si risolve la partita solo se si sbloccha il risultato su calcio piazzato, se l'avversaria concede lo spazio per il contrattacco o se si suicida con un errore stile Brandao, altrimenti si va a sbattere contro un muro con poche possibilità di sfondarlo.

Adesso è arrivato Mancini che, a mio modesto parere, è una più che valida alternativa al Dinho (o viceversa); ma resta il grave difetto di non avere una vera seconda punta che possa sostituire Pato, e questo fatto, insieme ad alcuni errori di valutazione di Leonardo, lo stiamo pagando caro.

lunedì 8 febbraio 2010

Bologna-Milan 0-0

MilAnchilosato
Prosegue lo stentato e incerto cammino dentro al tunnel nel quale siamo entrati dopo il derby.
Leonardo, che nella conferenza stampa della vigilia aveva denunciato un inconsueto nervosismo, mette in campo, ancora una volta, un solo attaccante per bucare la difesa a nove del Bologna ... come provare ad attaccare le stanze blindate di Fort Knox armati di una forcina ...

Forse ho capito in cosa consiste "sbagliare l'approccio alla partita" ... probabilmente significa iniziare la gara in inferiorità numerica, nel caso di ieri in doppia inferiorità numerica viste le controprestazioni offerte da Seedorf e Dinho, due degli uomini che dovrebbero fare la differenza a nostro vantaggio.
Mi chiedo se il nervosismo di Leonardo, cui accennavo prima, non fosse dovuto alla consapevolezza di "dover" mettere negli undici di partenza due giocatori dei quali conosceva fin troppo bene la condizione fisica diciamo approssimativa.
Se invece Leonardo operasse le proprie scelte in perfetta autonomia, sorge un dubbio sulle sue capacità di valutare quali giocatori, in allenamento, siano quelli che offrono maggiori garanzie sul piano atletico.

La prima palla gol che riusciamo a produrre è la traversa scheggiata dal Dinho al 57', quasi un'ora di gioco per creare il primo pericolo contro una squadra che si difende in nove. Forse il punto cruciale consiste nel limitato potenziale offensivo dovuto al fatto di schierare una sola punta, difetto evidenziato già nel derby giocato addirittura in superiorità numerica per un'ora abbondante.
Domenica scorsa abbiamo incontrato le stesse difficoltà contro il Livorno e ieri si è chiuso il cerchio con l'ennesima dimostrazione.
Quasi certamente, oltre all'unica punta, anche l'assetto tattico proposto da Leonardo ha contribuito a rendere asfittica la manovra e scarsa la pericolosità del gioco. A rigor di logica, per allentare le maglie di una difesa così affollata sarebbe necessario allargare il più possibile il gioco per attirare fuori i difensori avversari e, con due attaccanti in area, cercare di ripristinare un minimo di equilibrio numerico tra attaccanti e difensori. La ricetta si chiama 4-4-2, modulo schierato dopo l'uscita di Seedorf e l'inserimento di Huntelaar, anche se la presenza di Ronaldinho sulla sinistra non ha permesso al modulo stesso di esprimere compiutamente le sue potenzialità. Nell'ultimo quarto d'ora, giocato con Beckham a destra e Mancini a sinistra, la situazione è ancora migliorata, ma ormai era troppo tardi.
Affrontare una simile difesa con giocatari dalle caratteristiche di Seedorf e Dinho, invece, significa accentrare troppo il gioco e favorire chi si difende, che, in questo modo, ha la possibilità di aumentare la densità al limite dell'area e rendere estremamente difficile sia lo sfondamento centrale (uno contro uno o triangolazione) che la creazione dello spiraglio per il tiro da fuori.

Credo che l'assenza di Pato renda inefficace il 4-2-1-3 e che sia necessario trovare la forza ed il coraggio, come dicevo nel post precedente, di operare le proprie scelte in base allo stato di forma dei giocatori e non al nome che portano, ed avere l'umiltà per variare il modulo di gioco se la situazione lo impone.
Venerdì, contro l'Udinese, è l'ultima occasione per cercare di ritrovare un pò di fiducia prima della sfida di Champions contro un Manchester Utd in salute. Mi auguro che Pato possa testare le sue condizioni fisiche contro i friulani per valutare un suo possibile utilizzo contro gli inglesi, ma mi auguro anche che Leonardo consideri attentamente sia quale modulo adottare che quali interpreti utilizzare.
Da ultimo verrei fare i complimenti e dare un caloroso bentornato a Daniele Bonera, giocatore che ci è mancato molto e che, finalmente, dà una dimensione diversa al pacchetto dei nostri difensori centrali.

sabato 6 febbraio 2010

La formazione per il Bologna

Sono 21 i giocatori convocati da Leonardo per la trasferta di domani a Bologna:


PORTIERI: Abbiati, Dida e Roma
CENTRALI: Bonera, Favalli, Kaladze e Thiago Silva
TERZINI: Abate, Antonini e Jankulovsky
CENTROCAMPISTI: Ambrosini, Beckham, Flamini, Gattuso, Pirlo e Seedorf
ATTACCANTI: Borriello, Huntelaar, Inzaghi, Mancini e Ronaldinho
Indisponibili: Adiyiah, Nesta, Oddo, Onyewu, Pato e Zambrotta


In porta probabilmente verrà confermato (speriamo) Abbiati, dalle notizie provenienti da Milanello sembra che Dida presenti ancora qualche problemino fisico.
In mezzo alla difesa il punto fermo è Thiago Silva. Kaladze ha caratteristiche che si sposano male con il brasiliano e, comunque, non sembra godere della piena fiducia di Leonardo. Favalli ha commesso alcuni errori gravi tanto nel derby quanto a Livorno e potrebbe "godere" di un turno di riposo anche in considerazione del fatto che Bonera sembra, finalmente, completamente recuperato.
I terzini saranno quasi certamente Abate e Antonini, Jankulovsky nell'elenco dei convocati dovrebbe essere inserito tra i centrocampisti e non più tra i terzini.
La composizione del centrocampo è l'aspetto che creerà i maggiori grattacapi a Leonardo. I posti disponibili sono tre (quattro se dovesse essere riproposto Beckham finto attaccante a destra, cosa che spero non si verifichi), e tutti i componenti del reparto si candidano ad una maglia da titolare:
Ambrosini è l'unico certo di giocare dal primo minuto, e su questo c'è poco da discutere. Il capitano, dopo un inizio di stagione piuttosto difficile, da alcuni mesi è costantemente tra i migliori in campo.
Flamini ha giocato piuttosto bene a Livorno e meriterebbe una conferma, che gli permetterebbe di acquisire maggiore sicurezza e fiducia con la continuità di utilizzo.
Gattuso è stato fuori a Livorno e una nuova panchina rischierebbe di risvegliare i malumori espressi addirittura quando era infortunato e, quindi, indisponibile.
Pirlo torna disponibile e, solitamente, un Pirlo disponibile scende in campo dall'inizio. Tra l'altro la stampa ha imputato anche alla sua assenza la brutta prova del Milan a Livorno...mah...
Seedorf è l'unico che può ricoprire la posizione davanti ai due mediani nel 4-2-1-3, e anche lui quando è disponibile di solito gioca. Può essere sostituito da Pirlo, ma in quel caso varia l'assetto del centrocampo che torna a tre in linea.
In aggiunta esiste anche l'opzione Beckham nei tre di centrocampo come lo scorso anno. L'inglese potrebbe anche essere provato nella posizione di Seedorf anche se ha la tendenza a "scivolare" a destra.
In ogni caso sembra una situazione parecchio ingarbugliata e Leonardo avrà il suo bel da fare nello scegliere chi mandare in campo. E' auspicabile, comunque, che l'allenatore brasiliano tenga conto solo dello stato di forma dei giocatori e non dei loro nomi.
A mio parere Ambrosini giocherà, mentre per completare il reparto sono probabili i ballottagi Gattuso/Flamini e Seedorf/Pirlo con Beckham che potrebbe anche riposare a favore del neoacquisto Mancini.
In attacco quasi scontate le conferme di Borriello e Ronaldinho, e auspicabile esordio di Mancini per aumentare le caratteristiche offensive del tridente un pò annacquate dal forzato utilizzo di Beckham nella posizione solitamente occupata da Pato. (Patinho...torna presto).

mercoledì 3 febbraio 2010

Il "trequartista" Mancini e i dubbi di Berlusconi

MilaNaif
Le dichiarazioni rilasciate ieri da Berlusconi in relazione all'arrivo di Mancini, hanno destato prima stupore, poi confusione e infine rabbia, generando nei tifosi commenti che oscillano tra l'indignato e il sarcastico. Il Cavaliere rivela che i suoi dubbi su Mancini li ha anche espressi a Galliani, e viene da chiedersi se lo abbia fatto prima dell'accordo con l'Inter o a mercato già chiuso.

Di fatto è davvero singolare che il proprietario del Milan critichi il mercato del proprio club come potrebbe fare un qualsiasi tifoso non evoluto, ed è ancora più singolare che lo faccia pubblicamente. Visto il suo ruolo ci si aspetta che, in un modo o nell'altro, sia partecipe e coinvolto insieme a dirigenza e staff tecnico nella costruzione della squadra. Se qualcuno temeva e sospettava un progressivo disimpegno sentimentale ed economico di Berlusconi dal Milan, queste frasi sembrano confermare questi timori e questi sospetti ... rimane, da parte sua, una forte impressione di disinteresse riguardo i destini della società.

Se si analizza nel merito quanto espresso da Berlusconi, si rimane sorpresi nell'apprendere che Mancini è un trequartista (e non un'ala) e che, quindi, non ci serve ... mentre, a suo parere, sarebbe stato più utile acquistare un finalizzatore. Evidentemente, per Berlusconi, Borriello, Huntelaar e Inzaghi non lo sono o, forse, non bastano in tre a coprire l'unico posto disponibile per il centravanti e ne andava preso un quarto (ma chi avrebbe dovuto finanziare l'operazione?).
Invece, per i due posti da attaccante esterno ci bastano gli unici due che abbiamo con quelle caratteristiche, uno dei quali è fuori da due mesi per infortunio, mentre l'altro divide equamente il suo impegno tra il campo d'allenamento e le maratone nelle suite degli alberghi.

Un altro aspetto di una certa rilevanza che queste dichiarazione evidenziano consiste nella delegittimazione sia di Galliani, che si vede bocciare pubblicamente le strategie di mercato, che di Leonardo, che avrà pure avallato questa scelta dal punto di vista tecnico e tattico.

Era prevedibile che queste affermazioni avrebbero generato sconcerto e stupore, il fatto che siano state rilasciate lo stesso può avere due spiegazioni:
o Berlusconi ha qualche difficoltà nel valutare la portata di ciò che afferma (e non entro in altri ambiti che non siano quelli sportivi), o lo fa scientemente pur sapendo di arrecare quantomeno un danno d'immagine al suo club ... ma a che pro?

lunedì 1 febbraio 2010

Milan-Livorno 1-1

Il Brutto MilAnatroccolo
La battuta d'arresto nel derby, che sembrava un incidente di percorso, rischia di trasformarsi in una pericolosa crisi tattica e psicologica. Il cigno che volava elegante nel nuovo anno è precipitato al suolo ed ha subìto una metamorfosi inversa ... è tornato il brutto anatroccolo di inizio stagione.
Gioco lento, una miriade di passaggi per avanzare di dieci metri, poca incisività in attacco e speranze di sbloccare il risultato riposte più sull'invenzione del singolo che sul gioco corale.
Ci manca tanto Nesta (vero Favalli?) ma ci manca ancora di più Pato. Da quando si è infortunato stiamo dando Borriello in pasto ai difensori avversari lasciandolo troppo solo in area e rendendolo, quindi, facilmente neutralizzabile.
Lo strano è che con Genoa, Juventus e Siena l'assetto tattico è lo stesso utilizzato sia nel derby che ieri con il Livorno ... come mai prima funziona tutto a meraviglia e poi il meccanismo si inceppa? sicuramente non basta individuare "il" modulo giusto e gli interpreti più adatti ad interpretarlo, altrimenti esisterebbe la squadra imbattibile, la variabili che possono cambiare gli esiti di una squadra nel corso di una stagione sono innumerevoli: dagli infortuni al variare dello stato di forma dei giocatori; dall'avversaria che si affronta agli errori degli arbitri; dalla condizione mentale della squadra agli elementi di disturbo ambientali ...
Nella partita con il Genoa, ad esempio, abbiamo superato di slancio grosse difficoltà ad inizio partita (rigore sbagliato dal Dinho al 13' e vantaggio rossoblù al 25') con una reazione feroce di tutta la squadra che ci ha portato a ribaltare il risultato già nel primo tempo per poi dilagare nella ripresa fino al 5-2 finale. Eppure con il Genoa c'era Borriello unica punta, Beckham ala destra al posto di Pato, Dinho, due mediani e Pirlo in regia.
Con la stessa identica formazione abbiamo affrontato la Juventus a Torino, giocando una gara molto meno brillante ma mettendo in campo una grande solidità mentale e approfittando cinicamente del periodo complicato dei bianconeri.
Con il Siena abbiamo maramaldeggiato, ma va considerato che i toscani erano ultimi in classifica, avevano la peggior difesa del campionato e venivano da otto sconfitte esterne consecutive.
Quindi ... in queste tre partite Borriello è sempre stato l'unica punta ma:
1) con il Genoa pareggiamo su rigore e passiamo in vantaggio con Thiago su calcio piazzato mettendoci nelle migliori condizioni tattiche per vincere la partita.
2) con la Juventus vinciamo 3-0 segnando tutte e tre le reti sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
3) contro il Siena andiamo in vantaggio su rigore e contestualmente otteniamo la superiorità numerica dopo soli 10' di partita.
La sensazione è che queste situazioni abbiano da una parte mascherato le difficoltà che si sarebbero potute incontrare lasciando un solo attaccante contro l'intera difesa avversaria, e, dall'altra, che ci siamo in un certo senso "montati la testa".
Nel derby abbiamo schierato tatticamente la stessa squadra delle tre precedenti partite, ma, pur giocando con l'uomo in più per oltre un ora, è parsa evidente la solitudine di Borriello, non siamo riusciti a sfruttare i calci piazzati ed abbiamo denunciato un qualche complesso di inferiorità nei confronti dei cugini.
Il contraccolpo è stato piuttosto violento, ed abbiamo peggiorato la situazione con la partitaccia di coppa Italia che ci è costata l'eliminazione.
Forse con il Livorno si sono sommate le difficoltà generate dall'equivoco tattico relativo all'unica punta, il contraccolpo psicologico subìto nel derby e l'assenza di Nesta, ed ora il pericolo è quello di perdere autostima e sicurezza e vanificare quanto di buono ottenuto fino a due settimane fa.
Credo che giocare contro il Livorno con solo Borriello in attacco sia stato un errore, come credo che sia un errore proporre insieme Inzaghi e Huntelaar che, tra i nostri attaccanti, sono quelli peggio assortiti.
Mi auguro che per domenica prossima a Bologna sia possibile per prima cosa vedere in campo Borriello (commozione cerebrale per lui) e poi vederlo in coppia con Huntelaar, perchè riproporre ancora Beckham ala ed un unica punta vorrebbe dire perseverare nell'equivoco tattico.
Sarebbe importante interrompere questa serie di risultati per non trasformare un periodo negativo in una crisi vera, anche in considerazione del fatto che tra due settimane riprende la Champions League, ed affrontare il Manchester in una situazione di sofferenza psicologica è estemamente pericoloso.