giovedì 29 aprile 2010

L'ultima spiaggia

MilAnima RossoNera
Mentre qualcuno raggiunge un obiettivo, seppur parziale, che inseguiva da 38 anni, e si guadagna l'opportunità di ottenere un clamoroso "triplete", qualcun altro si appresta a giocarsi "la partita della stagione" contro una derelitta Fiorentina.
La locuzione "ultima spiaggia" viene utilizzata spesso nelle stagioni avare di soddisfazioni ... il Milan, in questa annata un pò anomala, non ne ha vissute poi molte, ha collezionato molte più "occasioni imperdibili" poi regolarmente perse.
Ciò che mi preme maggiormente è che la squadra, in tutte le sue componenti, abbia ben presente che la partita di sabato è l'ultima delle ultime spiagge ... o si prende terra o si annega.
E' un finale di stagione malinconico il nostro, solo un mese fa ci si è presentata la possibilità di prendere la testa della classifica, avevamo l'occasione di vincere un campionato, o almeno provarci fino alla fine, che sarebbe stato ancora più sorprendente di quello vinto con Zaccheroni in panchina.
Invece abbiamo cominciato a "sbagliare l'approccio alla partita", altra espressione fin troppo abusata, con il risultato di ottenere solo sei punti in sette partite mettendo a rischio un terzo posto di vitale importanza.
Le assenze (infortuni e squalifiche) non giustificano se non in parte la pochezza delle nostre prestazioni in queste sette partite; giocatori dalla personalità e dell'esperienza di quelli che sono scesi in campo non possono sbagliare questo sempre più enigmatico "approccio alla partita" (terminologia il cui significato rimane per me un mistero ... e mi fa girare discretamente gli zebedei), lo stimolo di realizzare qualcosa di leggendario prima, e la consapevolezza di dover raggiungere un obiettivo minimo imprescindibile poi, dovevano essere sufficienti perchè i protagonisti dessero in campo più di quanto fosse disponibile, invece non si è visto nè il minimo sindacale di grinta, nè si è fatto ricorso a quella riserva extra di energia che si riesce a trovare nei momenti particolarmente difficili.
La situazione della rosa è quella che è, e siamo tutti d'accordo, se si fossero ottenuti gli stessi risultati mostrando uno spirito diverso ci sarebbe stato poco da obiettare ... quella di sabato è l'ultima occasione per mostrare l'orgoglio di appartenenza e l'attaccamento alla maglia che ci si aspetta da questi giocatori, per alcuni dei quali quelle che rimangono potrebbero essere le ultime partite con la nostra maglia ... cercate di lasciare un buon ricordo ...

 

lunedì 26 aprile 2010

Ka(f)ka - La Metamorfosi (del Milan)

MilAntidoto
Che qualcosa sia cambiato pare ormai evidente ... gli indizi, che sono parecchi e univoci, lo confermano.
Il Milan, almeno negli ultimi 24 anni, non mi ha mai dato quella sensazione di precarietà che sto vivendo da un anno.
Neanche nel periodo più oscuro di questo ultimo quarto di secolo, la parentesi che va da Tabarez a Zaccheroni, ho percepito l'immediato futuro con una simile apprensione.
Naturalmente si stà parlando di calcio, e la precarietà, la paura del futuro e le preoccupazioni vanno rapportate all'ambito al quale ci si riferisce ... queste stesse sensazioni che molti italiani stanno provando, se riferite alle vicende della vita di tutti i giorni assumono un'importanza incomparabilmente superiore.

Dicevo che qualcosa è cambiato nell'ultimo anno ... la prima avvisaglia della metamorfosi in atto si manifesta poco più di un anno fa, quando il canale tematico del Milan informa i tifosi che riguardo le offerte del City per Kakà "la società sta ponderando" ... frase che getta nello sconforto la totalità dei tifosi. Credo che Kakà fosse l'unico giocatore in grado di mettere d'accordo l'intera tifoseria, su qualsiasi argomento riguardante il Milan le posizioni e le opinioni dei tifosi possono essere e sono le più disparate, ma sul fatto che Ricky fosse un simbolo e una bandiera, almeno fino a giugno 2009, sono certo che fossero d'accordo tutti quanti.
Poi, nel gennaio 2009, le cose andarono come tutti speravano, anche se il fatto di "ponderare" la possibilità di una cessione del brasiliano pose inquietanti interrogativi.

Su scala molto ridotta, anche la vicenda Gourcuff ha contribuito a generare disorientamento nella tifoseria. Un giocatore che da noi aveva fatto solo intuire le sue qualità e le grandi potenzialità viene ceduto in prestito al Bordeaux, e li, accreditato della giusta fiducia, le ha manifestate portando la sua squadra di club a vincere uno scudetto e guadagnandosi il posto fisso in nazionale.
Proprio nella scorsa primavera cominciano a circolare alcune voci che contemplano la possibilità che il giovane bretone possa rifiutare un rientro al Milan dopo il prestito.
Già l'idea che qualcuno potesse rifiutare di venire al Milan era un elemento di rottura con il passato, poi si venne a sapere che la possibilità di perdere il francese era tutt'altro che campata per aria dato che il regolamento in vigore in Francia sui prestiti è ben diverso da quello vigente in Italia. Ma questa cosa la grande maggioranza dei tifosi la venne a sapere proprio in quel periodo ... in Francia è consentito il prestito solo a patto che sia definita una cifra per il riscatto. Il prestito secco come da noi non è previsto dalla normativa, e l'accordo sui 12 mln per il riscatto raggiunto dalle due società dà la misura della fiducia riposta dalla nostra dirigenza su Yohann.
Naturalmente i girondini non fecero nessuna fatica a spendere 12 mln per riscattare un giocatore che ormai ne valeva almeno il doppio, e lo stesso giocatore, dopo avere perso due anni da noi e in vista del prossimo mondiale, aveva tutto l'interesse a rimanere in Francia.
Quindi, dopo avere ceduto alle lusinghe del Real riguardo Kakà, perdiamo anche il giocatore che avrebbe dovuto sostituirlo quantomeno sul campo anche se certamente non nei cuori dei tifosi (almeno nell'immediato).

Un altro elemento che trasmette un senso di precarietà è la posizione di Leonardo.
Il "progetto" iniziato nel giugno 2009 si è già esaurito ...  e anche questo aspetto evidenzia l'assenza di programmazione o almeno una grave difficoltà di gestione.
Sono due le alternative che possono spiegare questa evoluzione nel rapporto tra dirigenza e allenatore: o tra la società e l'ex dirigente c'è stato un accordo per "traghettare" la squadra per un solo anno o nel corso della stagione si è verificato qualcosa che ha cambiato le carte in tavola.
Sembrerebbe più plausibile la seconda ipotesi ... nel qual caso i motivi più verosimili vanno da una proposta imprevedibile e imprevista ma irrinunciabile per il brasiliano da parte della Federazione verdeoro, ad un'insofferenza da parte di Leonardo alle critiche presidenziali fino ad una frattura sui programmi di allestimento dell'organico per la stagione in corso e per quelle a venire.


Se il presente è preoccupante, il futuro non lascia presagire nulla di buono ... lo stesso Galliani ha già detto che l'estate 2010 sarà difficile come la precedente. Il rinnovamento del parco giocatori accusa un drammatico ritardo, e le dichiarazioni dell'A.D. rossonero lasciano intendere che grosse novità nella rosa non ci saranno. Questo finale di campionato è un assaggio di quello che ci aspetta la prossima stagione se questa estate non si farà qualcosa di strutturale.
Si dice che la proprietà oltre a ripianare i 10 mln del deficit di bilancio potrebbe mettere a disposizione altri 20/25 mln per il mercato, cifra che permetterebbe di mettere una pezza sui buchi più grossi ma non risolverebbe i grossi problemi relativi alla gestione tattica di questa squadra.

Se alle risorse eventualmente messe a disposizione dall'azionista se ne aggiungessero altre reperibili con la cessione di alcuni giocatori, sarebbe praticabile quel rinnovamento ormai improrogabile.
Il primo indiziato a salutare la compagnia potrebbe essere Ronaldinho, che come già detto si troverebbe in difficoltà senza una guida come Leonardo e non sembrerebbe troppo propenso ad accettare quella riduzione d'ingaggio imposta dalla nuova politica societaria. La destinazione più probabile è il Manchester City, ed è possibile che si stia solo attendendo di vedere se i citizens riusciranno ad agguantare quel quarto posto in Premier League che al momento è li ad un punto.
Con il City in Champions le possibilità di cessione del Gaucho aumenterebbero sensibilmente, con la possibilità per la società rossonera di reperire ulteriori risorse finanziarie e, cosa non secondaria, reimpostare un assetto di squadra al momento totalmente condizionato dalla presenza del brasiliano.
Lo stesso discorso andrebbe fatto anche per altri elementi: Seedorf, Pirlo, Gattuso, Zambrotta, Oddo, Kaladze, Janku sono ormai in netta parabola discendente ma condizionano la squadra con la loro pesante personalità (i primi tre) e le casse della società con i loro pesanti ingaggi.
Aspettare di arrivare alla naturale scadenza del contratto per questi giocatori potrebbe rivelarsi un errore fatale, come anche pensare di rinnovare a chi ha il contratto in scadenza a giugno come Dida, Inzaghi e Favalli ... staremo a vedere.


Sull'orlo dell'abisso

MilAngoscia
Classifica alla 35° giornata:
1) Inter 73
2) Roma 71
3) Milan 64
4) Samp 60
5) Palermo 58
l'Inter ha probabilmente messo le mani sullo scudetto: trasferta a Roma contro una Lazio ormai salva alla 36°, impegno casalingo contro un Chievo tranquillo alla 37° e ultima partita a Siena, con i bianconeri sicuramente già retrocessi.

36° giornata
Milan-Fiorentina
Samp-Livorno
Siena-Palermo
è imperativo vincere con i viola per tenere a distanza blucerchiati e rosanero, se non si batte la Fiorentina si può seriamente pensare di perdere il terzo posto.

37° giornata
Genoa-Milan
Palermo-Samp
il confronto diretto tra le due inseguitrici dovrebbe garantire al Milan un posto tra le prima quattro, ma dipende dal risultato che otterremo con i viola, quella è la partita chiave.

38° giornata
Milan-Juventus
Samp-Napoli
Atalanta-Palermo
La partita con la Juve non è mai una partita normale, e i bianconeri sono in ripresa.
Arrivare a giocarci l'accesso diretto alla Champion un mese dopo aver fallito il sorpasso alla vetta sarebbe (sarà?) un paradosso.

Tornando alle ultime due trasferte di Genova e Palermo, alla vigilia avrei firmato per due pareggi, avessimo anche solo pareggiato a Genova sarebbe stato un punto pesantissimo, ma visto lo stato generale della squadra le due sconfitte erano da mettere in preventivo.
Qualcosa, in realtà, Leonardo poteva fare per non perdere queste due partite.
A Genova, con l'1-1 a dieci minuti dalla fine sarebbe stato il caso di puntellare le fasce inserendo Janku al posto di Seedorf o Dinho ... e a Palermo, a parte Oddo centrale (e provare Romagnoli no?), l'inserimento di Inzaghi al posto di Zambrotta nel secondo tempo ha tolto equilibrio alla squadra nel suo momento migliore, quando i rosanero non riuscivano più a venire fuori dalla loro trequarti. Dopo il gol di Seedorf sembrava possibile agguantare il pari, ma dopo il cambio sono bastati sette minuti ai siciliani per segnare il 3-1 e chiudere il discorso.


Detto sinceramente mi dispiace perdere Leonardo dirigente, molto meno perdere Leonardo allenatore.

domenica 25 aprile 2010

25 aprile

Per una volta vado fuori tema, ma la data di oggi è una ricorrenza importante .... 65 anni fa l'Italia venne liberata dal nazifascismo.
E' importante fare in modo che il significato di questo giorno rimanga sempre vivo e presente nella coscienza delle persone per evitare di ricadere negli errori e negli orrori del passato.
I tempi cambiano e anche il pericolo cambia aspetto, conoscere ciò che è accaduto in passato è un'arma importante per riconoscere il pericolo e neutralizzarlo.

giovedì 22 aprile 2010

Auguri ...

MilAntidepressivo
Un omaggio a tutti i milanisti e tutte le milaniste ... con la speranza che anche in futuro grandi campioni come questi possano vestire la maglia rossonera ...

P.S. un augurio di buon compleanno a Ricardo Kakà ... con immensa nostalgia ...

martedì 20 aprile 2010

Teniamo duro (?!)

MilAndamento Lento
Pare che alla vigilia di Samp-Milan qualche tifoso rossonero stesse ancora sperando in una vittoria per poter continuare a sperare nello scudetto ... e ancora oggi qualche giocatore afferma che finchè la matematica non ci condanna bisogna crederci.
La differenenza tra il calciatore e il tifoso consiste nel fatto che il primo deve dire certe cose quasi per dovere istituzionale, mentre il secondo ha la mente obnubilata dalla fede (non tutti però).

Strana stagione questa ... l'antipasto (mercato e tournè estiva) faceva presagire grosse difficoltà di digestione dopo l'ammazzacaffè, e il primo piatto (agosto e settembre) non ha fatto che confermare questi timori ... poi è arrivata la seconda portata (ottobre, novembre e dicembre) insieme al contorno (gennaio e febbraio), e improvvisamente il fatto di non avere del Maalox a portata di mano non sembrava più tanto grave ... anzi, si cominciava ad intravedere la possibilità di brindare a champagne al termine del banchetto ... ma non avevamo fatto i conti con il dolce ... una meringa così pesante che sembrava fatta con la malta al posto dell'albume montato e ricoperta di calce invece che di zucchero a velo ... un pò come la famosa "Luisona" del Bar Sport di Stefano Benni ... e non avere del Maalox a disposizione è tornato ad essere un dramma ...

Insomma, alla fine, tirando le somme, si può affermare che l'esito della nostra stagione è stato sostanzialmente in linea con le previsioni della vigilia. Una squadra più debole dello scorso anno, un allenatore inesperto e l'asse portante dell'organico con un anno di più non potevano che produrre i risultati che hanno prodotto, e dobbiamo ancora mettere al sicuro un terzo posto che tre settimane fa sembrava già in cassaforte.
Se si confronta la classifica odierna con quella dello scorso anno alla 34^ giornata si può verificare che:
la prima ha sei punti in meno (77 l'Inter lo scorso anno e 71 la Roma quest'anno)
la seconda ha gli stessi punti (70 sia per l'Inter quest'anno che per noi un anno fa)
la terza ha due punti in meno (i nostri 64 contro i 66 della Juventus 2009)
la quarta ha quattro punti in meno (Samp 57 contro Fiorentina 61)
e anche la quinta aveva più punti lo scorso anno (i 60 del Genoa di fronte ai 55 del Palermo)
ne risulta che in un campionato più abbordabile dello scorso anno noi abbiamo peggiorato raccogliendo sei punti in meno e perdendo una posizione ... per pareggiare il punteggio finale di un anno fa dovremmo fare dieci punti nelle prossime quattro gare ... un'eventualità che sembra fuori dalla nostra portata.

La trasferta di sabato prossimo a Palermo, alla luce della nostra attuale condizione, ha tutta l'aria di una scalata di VI grado, con la prospettiva, in caso di sconfitta, di trovarci con sei punti di vantaggio sui siciliani (ma in realtà sarebbero cinque per il confronto diretto) a tre partite, difficili, dalla fine. E meno male che la Samp è attesa a Roma dalla capolista con una doppia motivazione da parte nostra per sperare nella vittoria giallorossa.
La terz'ultima giornata ci vedrà ospitare la Fiorentina, per la Samp saranno tre punti sicuri a Genova contro il Livorno mentre il Palermo sarà ospite del Siena.
Nella 37^ giornata si torna a Genova, mentre Palermo e Samp si affronteranno in terra siciliana ... confronto diretto che rappresenta una specie di assicurazione per noi.
Ultima giornata con Milan-Juve, Samp-Napoli e Atalanta-Palermo.

L'imperativo è tenere la terza posizione, e l'imperativo seguente è rinnovare la squadra questa estate ... salutare quei campioni che tanto hanno dato alla causa rossonera ma che oggi rappresentano un freno al necessario varo di un nuovo ciclo.
Se si rimandasse ancora il rinnovamento, il prossimo anno andremmo incontro alla catastrofe e chi ha la responsabilità di gestire il "patrimonio dell'umanità" rossonera non potrà che assumersene la responsabilità ... non ci saranno più sfortune, infortuni o altro che potranno giustificarli.

giovedì 15 aprile 2010

mercoledì 14 aprile 2010

L'equivoco tattico

MilAnnaspa
Ho una mia teoria per spiegare come mai "abbiamo sbagliato l'approccio alla partita" domenica scorsa contro il Catania.
Semplicemente ... Leonardo ha sbagliato la formazione di partenza ... lo stato di forma generale è piuttosto scarso, e alcuni uomini in particolare lamentavano qualche acciacco.
Seedorf si è allenato male per alcuni problemi, Ambrosini ha finito la benzina da alcune settimane e Pirlo non è particolarmente brillante.

Il centrocampo è il primo indiziato per quel brutto primo tempo ... Pirlo non ha il dinamismo nè la forza fisica per giocare a due in mezzo, con il centrocampo a tre gli spazi si stringono e Andrea va meno in difficoltà, con il centrocampo a due gli spazi si allargano e il bresciano va in debito d'ossigeno, non riesce a dare copertura e perde lucidità in fase di impostazione.
Ambrosini non è nel suo momento migliore dal punto di vista atletico e il centrocampo a due lo mette in difficoltà tanto quanto Pirlo ... inoltre, dovendo badare principalmente alla copertura, si astiene dagli inserimenti in avanti sottraendo alla squadra una importante arma offensiva.
Se si considera che i tre davanti non partecipano alla fase difensiva e che lo stesso Seedorf lo fa ad intermittenza, si spiega come mai nel primo tempo il Catania passasse dalla propria area alla nostra quasi senza incontrare resistenza.
Nel secondo tempo le cose sono in parte migliorate perchè noi abbiamo avuto una reazione nervosa, il Catania ha abbassato il baricentro con l'intenzione di difendere il doppio vantaggio ed è anche calato fisicamente.

Ma anche il reparto offensivo è disposto male e assortito peggio.
Lo schema preferito da Leonardo prevede due attaccanti esterni, ma noi ne abbiamo uno solo disponibile in rosa ... Ronaldinho.
Per insistere con un modulo per il quale non abbiamo gli uomini adatti si costringe un centravanti puro a fare l'ala con risultati prevedibilmente sconfortanti. Ma anche il centavanti che gioca da centravanti va in difficoltà perchè è costretto a giocare da solo in mezzo alla difesa avversaria.
Se per due terzi dell'attacco sembrano esserci dei problemi, va segnalato che anche l'ultimo terzo non ne è esente ... Dinho è monotematico, parte da fermo sulla linea laterale e, in questo modo, rappresenta un punto di riferimento ben preciso per gli avversari che riescono a marcarlo a uomo e a raddoppiare o addirittura triplicare riducendo di molto la sua pericolosità.
Quindi, tra i disponibili, abbiamo tre centravanti e un attaccante esterno ma giochiamo con un centravanti e due attaccanti esterni ... non ha molto senso.
Anzi, ha senso se si considera che Ronaldinho deve giocare e deve giocare dove piace a lui, costringendo in questo modo quattro giocatori a sacrificarsi in ruoli diversi da quelli naturali.

La cosa più sensata da fare sarebbe schierare un centrocampo a tre per dare adeguata copertura alla difesa, e piazzare un trequartista alle spalle di due attaccanti.
In questo modo anche l'armonia matematica ne verrebbe gratificata ... tre mediani per due posti (Ambrosini, Gattuso e Flamini), tre palleggiatori per due posti (Pirlo o Seedorf play e Seedorf o Dinho trequartista) e tre attaccanti per due posti (Borriello, Huntelaar e Inzaghi).
Con i due attaccanti centrali si andrebbe anche incontro alle richieste di Berlusconi che vuole gli attaccanti vicini alla porta, ma l'ostacolo insormontabile è Ronaldinho che non vuole (o forse non può) fare il trequartista.
Il trequartista deve essere mobile, agire su tutto il fronte d'attacco e pressare i primi portatori di palla avversari ... e per il Dinho forse è troppo ... preferisce stare nel suo angolo preferito condizionando l'intero schieramento ... e si comincia a parlare di un suo rinnovo fino al 2014 ... auguri ...

sabato 10 aprile 2010

Si faccia una domanda e si dia una risposta ...

MiLana Caprina

"I nostri attaccanti giocano troppo lontani dalla porta, come li facciamo i gol così?".

Dopo avere criticato la qualità del gioco del Milan e dopo il dissenso espresso per l'arrivo di Mancini a gennaio, ecco un'altra critica di Berlusconi nel confronti del proprio allenatore.
Qualcuno interpreta queste schermaglie come indizi dell'addio di Leonardo al termine di questa stagione ricordando le analoghe stoccate dirette ad Ancelotti lo scorso anno, ma non tiene conto del fatto che lo stesso Ancelotti ha dovuto accettare (e sopportare) questo trattamento per tutta la sua carriera sulla panchina rossonera, e non solo nel suo ultimo anno. A mio parere Leonardo non sarà l'allenatore del Milan per la prossima stagione, ma non saranno questi i motivi principali del suo addio.

Non ho intenzione di stare qui a sindacare sull'opportunità nè tantomeno sulla liceità degli appunti espressi da Berlusconi riguardo la conduzione tecnica della squadra (d'altronde oltre a soffrire come gli altri tifosi lui ci mette anche il grano) , vorrei, però, approfondire nel merito il concetto espresso in quest'ultima occasione.


Il fatto, incontestabile, che le punte agiscano troppo lontano dalla porta e che, di conseguenza, siano poco pericolose, ha una causa tanto precisa quanto prevedibile già prima dell'inizio della stagione ... Ronaldinho.
Se il Gaucho fosse disposto a giocare da trequartista sarebbe possibile schierare un attacco con le classiche due punte le quali, oltre a stare più vicine tra loro e a darsi sostegno reciproco, avrebbero anche la possibilità di muoversi più nei pressi della porta.
Questa soluzione permetterebbe a Pato di essere molto più pericoloso di quanto non sia partendo dalla posizione defilata che deve assumere con questo schema, e, in assenza di Pato, anche le coppie Borriello-Huntelaar o Borriello-Inzaghi, ma persino Inzaghi-Huntelaar, potrebbero sfruttare meglio le loro qualità. Se Pato ala destra non esprime in pieno il suo potenziale, Huntelaar ala destra è chiaramente una soluzione d'emergenza.


Naturalmente il trequartista deve sommare alle qualità tecniche le qualità dinamiche; deve agire su tutta la larghezza del fronte d'attacco e deve anche fare pressione con una certa continuità sui primi portatori di palla avversari ... un pò quello che faceva il primo Kakà.
Inoltre il trequartista che si muove su tutto il fronte d'attacco sincronizza i propri movimenti con quelli della seconda punta, creando alla difese avversarie molti più problemi rispetto a quelli che riesce a provocare un attaccante esterno che parte sempre dalla stessa posizione.
Alle difese bastano concentrazione costante e organizzazione nei raddoppi per disinnescare l'avversario, a meno che il soggetto in questione non sia in un particolare stato di grazia e in condizioni fisiche ottimali, e a quel punto tutto può accadere. Questo spiega anche il perchè del rendimento altalenante del Gaucho; se è in forma e ha voglia, fa la differenza, se manca anche una sola di queste due condizioni fa scena muta.
Ronaldinho, però, oltre a non essere particolarmente dinamico non è neanche molto portato a pressare l'avversario, la sua unica opzione è partire molto largo a sinistra.
Di conseguenza Leonardo ha dovuto fare di necessità virtù, sacrificando Pato in un ruolo che lo penalizza e lasciando troppo solo il centravanti in mezzo alla difesa avversaria.
Dovendo schierare contemporaneamente Ronaldinho, Seedorf e Pirlo non esiste alternativa al 4-3-3 (o 4-2-1-3 o come lo si vuole chiamare).


Quindi, a mio parere, il sacrosanto appunto di Berlusconi sulla troppa distanza tra le nostre punte e la porta avversaria non è tanto una questione di scelte da parte di Leonardo quanto di un'assenza di alternative tattiche ... se alcuni giocatori devono essere sempre in campo, non si può giocare in altro modo che così.

lunedì 5 aprile 2010

I Confini Del Rimpianto

MilaNirvana
Il pensiero di arrivare al termine del campionato a pari punti con quelli là è stato un incubo fino alla vigilia della settimana inaugurata da Milan-Napoli ... la partita del possibile sorpasso.
Dopo i due punti in tre partite di quella settimana l'incubo è svanito, non credo più alla possibilità di lottare punto a punto fino al termine del campionato con il rischio della beffa finale.
Non credo più allo scudetto nonostante la vittoria di Cagliari, anzi, a maggior ragione dopo la vittoria di Cagliari. Contro una squadra in fase calante e senza stimoli abbiamo dimostrato tutti i nostri limiti di organico e di condizione fisica.
Ma neanche il pensiero di arrivare a 4/5 punti dalla vetta dopo l'ultima giornata è una prospettiva consolatoria, a qualcuno potrà sembrare strano, ma forse solo un ritardo vicino alla doppia cifra mi darebbe serenità.
Arrivare a meno 5, o giù di li, aumenterebbe il rimpianto per i punti persi inopinatamente per strada contro il Livorno ultimo in classifica (quattro), i due lasciati a Bergamo in superiorità numerica per più di un tempo, il doppio vantaggio dilapidato a Napoli nel recupero e quelli persi nell'ultima settimana di marzo.
Sono consapevole che altre volte abbiamo acciuffato la vittoria per i capelli come a Verona, a Catania o a Firenze, e che una cosa compensa l'altra, ma gli scudetti si conquistano proprio quando le vittorie acciuffate per i capelli non vengono sprecate perdendo punti in altre occasioni.


In realtà, la dirigenza del Milan non ha mai creduto di poter competere per la vittoria in Campionato (e tantomeno in Europa) se non a fronte di notevoli investimenti, quindi, data la sopraggiunta necessità di mettere ordine nei conti economici, ha deciso di operare meno del minimo indispensabile sul mercato per raggiungere il prima possibile l'obiettivo di bilancio e sperando, in qualche modo, di agganciare il terzo posto in campionato e la qualificazione agli ottavi di Champions; questa imprevedibile situazione di classifica ha colto di sorpresa anche loro.
Se l'Inter avesse disputato un campionato in linea con l'ultimo (alla 32^ aveva otto punti in più), oggi accuseremmo un ritardo a due cifre e a nessuno verrebbero rimpianti per quello che si poteva fare per rinforzare l'organico (anche poco) ma non si è fatto.
Date le priorità economiche che il Club si è imposto rispetto a quelle tecniche, questa impostazione poteva forse essere giustificabile, anche se non condivisibile, come "progetto" di stagione all'inizio della stagione stessa.
Ma a gennaio è parso evidente che qualcosa si sarebbe potuto vincere in Italia, non tanto per meriti nostri quanto per demeriti dei nostri avversari, e a quel punto era doveroso muoversi sul mercato in maniera diversa da come si è agito. Serviva una seconda punta e un difensore centrale, possibilmente sani.
C'era da occupare la casella libera da extraUE ed è stato preso un giocatore che non ha aggiunto niente al potenziale della squadra, e quando Leonardo è riuscito a convincere la dirigenza che era indispensabile un attaccante esterno si è puntato su Mancini che non è una seconda punta e non è neanche a posto fisicamente.
Naturalmente di difensori centrali neanche l'ombra, ci tocca vivere ogni partita con il terrore che il diffidato Thiago Silva venga sanzionato con un giallo.
Gli infortuni di Nesta e Pato non sono un'attenuante, ma anzi un'aggravante. Proprio perchè è noto che gli incidenti possono capitare, sarebbe stato indispensabile dare a Leonardo valide alternative in questi settori fondamentali.


Però faccio una promessa ... dovessimo per miracolo vincere questo scudetto, vado a festeggiare in piazza, mi ubriaco, e una volta smaltita la sbornia accendo il pc e chiudo il blog ...


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