domenica 29 maggio 2011

Blaugrana

Trionfo catalano nella 56° edizione della massima competizione europea per club, 20° edizione da quando, nel 1992 (prima vittoria del Barça), la Coppa dei Campioni è diventata Champions League.
Raramente capita che all'atto finale giungano le due formazioni più forti, e ancora più raramente capita di vedere un così ampio divario tra la prima e la seconda. Guardando gli organici a disposizione in questo momento solo il Real Madrid (oltre a Barça e Man. Utd) avrebbe le carte in regola per ambire ad una finale di Champions, ma i madrileni hanno altri problemi da risolvere.
Il Barcellona ha confermato quanto nel Calcio contino relativamente poco schemi, ruoli (ad esempio il centravanti), assetti tattici; e di come, invece, la vera differenza la facciano principalmente la qualità dei giocatori, l'unità del gruppo e la credibilità di chi li guida. Apparentemente questa affermazione è in contraddizione con quando detto poco prima sulle grandi qualità tecniche dei Blancos, ma, tralasciando il confronto tra Mourinho e Guardiola, la differenza va ricercata, molto probabilmente, nella coesione del gruppo. E' molto diverso, come nel caso dei catalani, avere a disposizione un gruppo di giocatori cresciuti insieme fin da ragazzini, e, anche laddove esiste una differenza generazionale, alimentati comunque dalla stessa "filosofia".
Al contrario, le Merengues sono un insieme (non un gruppo) di grandi giocatori, ognuno con una propria storia, ognuno con la propria individualità da coltivare, potrebbero anche diventare un collettivo vincente, ma avrebbero necessità di trovare la formula giusta e l'alchimista in grado di scoprirla.
Un altro aspetto da sottolineare riguardo il gioco dei Blaugrana è un particolare che tocca in particolar modo anche i tifosi rossoneri. In questi ultimi anni abbiamo avuto una notevole crisi di rigetto nei confronti del possesso palla, del fraseggio orizzontale, dei continui scambi e triangolazioni. Bene, i nuovi Campioni d'Europa hanno dimostrato che l' "idea" è sempre valida, purchè messa in pratica da elementi dotati di tecnica individuale sopraffina, di mobilità e capacità di agire negli spazi senza palla ... caratteristiche alle quali aggiungerei anche la qualità dei campi di gioco, che sui campi di patate è consigliabile il classico "palla lunga e pedalare" ...

Tanto per cambiare voglio inserire nel post alcuni dati statistici.
Quello di ieri è il quarto titolo europeo conquistato dagli spagnoli che raggiungono Bayern Monaco e Ajax al quarto posto alle spalle di Liverpool (5), Milan (7) e Real Madrid (9); lasciandosi alle spalle lo stesso Manchester Utd e Inter (3), e Juventus, Benfica, Porto e Nottingham Forest (2).
Volendo dare uno sguardo all'ultimo decennio (dal 2002 ad oggi) il Barcellona (3 vittorie e 3 semifinali) ha operato il sorpasso nei confronti del Milan (2 vittorie, 1 finale e 1 semifinale), seguono il Manchester Utd (1v, 2f e 2s), il Liverpool (1v, 1f, 1s), il Real Madrid ( 1v, 0f, 2s), l'Inter (1v, 0f, 1s) e il Porto (1 vittoria).
Interessante anche la "classifica" degli ultimi vent'anni (dal 1992), che corrispondono alle venti edizioni della Champions League.
Anche in questo caso il Barça opera il sorpasso (4v, 1f, 4s) nei confronti del Milan (3v, 3f, 1s), terzo è il Real Madrid (3v, 0f, 3s), quarto il Manchester Utd (2v, 2f, 3s), quinta la Juventus (1v, 3f, 1s), sesto il Bayern (1v, 2f, 2s), settimi Ajax e Liverpool (1v, 1f, 1s), noni Borussia D., Inter e Porto (1v, 1s), dodicesimo il Marsiglia (sigh ... 1v).
Per trovare il Milan primo (5v, 3f, 1s) bisogna prendere in considerazione gli ultimi trent'anni (dal 1982 ad oggi); seguono il Barcellona (4v, 2f, 4s), il Real Madrid (3v, 0f, 6s), la Juventus (2v, 4f, 1s), il Manchester Utd (2v, 2f, 3s), il Liverpool (2v, 2f, 1s), il Porto (2v, 0f, 1s), e il Bayern (1v, 4f, 4s).

lunedì 23 maggio 2011

Statistiche di Udinese-Milan 0-0

Con la cinquantesima partita ufficiale si chiude questa trionfale stagione rossonera ... poteva andare meglio in Europa e nella Coppetta nazionale, ma quest'anno la priorità era conquistare lo scudetto, e scudetto è stato.
Riguardo la partita di ieri sono giunte insinuazioni biancazzurre che non meriterebbero neanche risposta, nel primo tempo le due squadre si sono menate mica male, ed entrambe hanno avuto più di una occasione per passare in vantaggio. Credo che mai come quest'anno il Milan abbia onorato gli impegni anche dopo aver acquisito il risultato, mi tornano alla mente sconfitte con la Reggina (un paio) o con il Piacenza (se non erro un 4-2 interno) in condizioni analoghe, prestazioni che mi fecero girare discretamente gli zebedei. Se poi a contestare una simile prestazione è Lotito le sue lamentele le si possono tranquillamente ignorare, sia per l'ignobile spettacolo offerto lo scorso anno nella partita contro l'Inter sia per il fatto che i laziali sono andati a perdere ad Udine meno di un mese fa ...
Pato chiude la stagione con l'ennesimo infortunio, questa volta traumatico e non muscolare, ma anche quest'anno il Papero ha disputato una stagione a metà (e sono quattro su quattro). Da segnalare, al contrario, che con i 90 minuti di ieri, Thiago Silva non ha saltato neanche un minuto nelle 21 partite di campionato disputate nel 2011.
Per farmi perdonare della scarsa frequenza di aggiornamento del blog in questo periodo (per motivi che non sto a spiegare chè tanto non interessano a nessuno :)), oltre alle tabelle conclusive sull'utilizzo della rosa in campionato e nel complesso della stagione, pubblico il "poster" del 18° scudetto rossonero ...

MilaNumbers (50)
Campionato - 38° Giornata - 22.05.2011
Udinese-Milan 0-0
CLASSIFICA FINALE:
Milan 82 - Inter 76 - Napoli 70 - Udinese e Lazio 66 - Roma 63 - Juventus 58 - Palermo 56 - Fiorentina e Genoa 51 - Chievo, Parma e Catania 46 - Cagliari 45 - Cesena 43 - Bologna 42 (-3) - Lecce 41 - Samp 36 - Brescia 32 - Bari 24







NOTE:
- Esordio in rossonero per Didac Vilà
- Esordio in campionato per Flavio Roma
- Palo di Di Natale al 19'
-Amelia para un rigore a Di Natale al 73'
- Doppio legno di Inler al 76'



domenica 15 maggio 2011

Statistiche di Milan-Cagliari 4-1

La partita è un semplice contorno alla festa di San Siro, ma vincere fa sempre piacere. La doppietta permette a Robinho di affiancare Pato e Ibra in testa alla classifica cannonieri rossoneri in campionato, Pato non segna ma fornisce gli assist per gli ultimi due gol. L'oggetto quasi misterioso Emanuelson si rende protagonista di un'ottima prova. Fa festa anche Pippo Inzaghi che torna in campo dopo il grave incidente  subito contro il Palermo nel girone di andata. 90 minuti di calcio-relax e poi la festa può cominciare. I ragazzi sollevano la Coppa indossando le nuove maglie con lo scudetto cucito in mezzo al petto ... il triangolino tricolore ne migliora il look, ma tutto quel bianco continua a non convincere. Citazione d'obbligo per lo strepitoso show di Kevin Prince Michael Jackson Boateng.

MilaNumbers (49)
Campionato - 37° Giornata - 14.05.2011
Milan-Cagliari 4-1 Robinho 22' Gattuso 24' Robinho 35' Cossu 36' Seedorf 77'
CLASSIFICA: Milan 81 - Inter 73 - Napoli 69 - Udinese 65 - Lazio 63 - Roma 60 - Juve 57 - Palermo 56






NOTE:
Assist di Pato (3-0)(4-1)
.

sabato 14 maggio 2011

Il romanzo del 18° scudetto

Rileggendo per sommi capi il romanzo di questa stagione, è possibile individuare alcuni snodi cruciali che ne hanno determinato gli esiti positivi. Alcuni di questi punti vanno posti in relazione ad argomenti di stretta attualità come le dinamiche di mercato a loro volta legate alla questione scadenze di contratto.
Questo argomento sarà oggetto di un prossimo post, nel frattempo voglio celebrare questo scudetto con una ricostruzione e qualche valutazione su quanto si è verificato in questo campionato.

Volendo seguire una linea logica, non si può che raccontare questi snodi cruciali in ordine cronologico.

La posa della prima pietra sulla quale è stato edificato il 18° scudetto è individuabile nell'acquisto dell'ultima ora di uno "specialista" come Zlatan Ibrahimovic, con, in aggiunta, il sostanzioso contorno di Robinho. Lo svedese ha trascinato la squadra fino a gennaio risolvendo parecchie situazioni difficili, il brasiliano ha offerto un contributo costante, anche se non eccelso, per tutto l'arco della stagione. A dire il vero il primo impatto dei due non è stato troppo incoraggiante. Infatti, dopo lo scoppiettante esordio in campionato con il Lecce con una formazione identica a quelle della stagione precedente, i risultati ottenuti dopo l'inserimento dei due nuovi innesti sono tutt'altro che confortanti. La sconfitta di Cesena e i pareggi con Catania e Lazio sembrano preludere ad un nuovo campionato sofferto e privo di soddisfazioni. Tra la sconfitta di Cesena e il pareggio interno con il Catania c'è l'esordio vittorioso in Champions con l'Auxerre (che ci permette di scoprire Boateng), e dopo il pari di Roma con la Lazio arriva la vittoria interna sul Genoa che, chiudendo l'esperimento 4-3-3, comincia a fare terra bruciata intorno a Ronaldinho.

Il secondo snodo cruciale della stagione rossonera ha luogo ad Amsterdam. Allegri, poco soddisfatto dell'assetto tattico adottato fino ad allora, decide di riproporre il trequartista, e poco male se il 4-3-1-2 fatica ad offrire una collocazione gradita al Gaucho. In questa fase alle spalle delle punte si alternano Seedorf e il Dinho, il quale prova a vestire i nuovi panni con esiti alterni. L'olandese o gioca trequartista o fa coppia a centrocampo con Pirlo. In campionato arrivano le vittorie di Parma, sul Chievo e a Napoli, e la sconfitta interna con la Juventus. In Champions, dopo il pareggio con l'Ajax, il calendario propone il doppio confronto con il Real che ci prende a pallate a Madrid ma che pareggia a San Siro all'ultimo secondo per una mancata copertura di Seedorf entrato da appena cinque minuti.

Dopo Milan-Real Madrid si compie il terzo passo dell'evoluzione rossonera di questa stagione: l'avvento dei tre mediani. In realtà l'aspetto determinante non è il numero dei mediani ma il tipo di giocatore da piazzare davanti alla difesa. Nel 2-2 interno con il Real, Allegri schiera ancora Pirlo playmaker, ma quattro giorni dopo, a Bari, a dare copertura alla difesa l'allenatore decide di schierare Ambrosini (con Gattuso e Flamini ai lati). Con lo stesso assetto (Ambrosini in mezzo e Flamini, Gattuso e Boateng a rotazione, con Seedorf trequartista) arrivano le vittorie sul Palermo, nel derby, sulla Fiorentina, con l'Auxerre e il pari strettissimo di Genova con la Samp. Ai primi di dicembre, nel 3-0 al Brescia, torna Pirlo in cabina di regia e si vede per la prima volta Boateng trequartista dall'inizio. Quattro giorni dopo, in casa contro l'Ajax, si vedrà per l'ultima volta Pirlo davanti alla difesa e calerà definitivamente il sipario sull'esperienza rossonera di Ronaldinho, ormai finito ai margini della squadra, all'ultima gara giocata dal primo minuto. Da quel momento in poi, a parte alcune apparizioni di Seedorf e Thiago Silva a causa dell'emergenza infortuni a centrocampo, il ruolo di frangiflutti davanti alla difesa lo assume con continuità il neoacquisto di gennaio Mark Van Bommel.

E' proprio il mercato di gennaio che rappresenta il quarto snodo di questa stagione. Se si sono rivelati importanti gli arrivi di Van Bommel (giocatore con le giuste caratteristiche per dare solidità difensiva alla squadra) e, anche se in misura minore, di Cassano, è stata altrettanto importante la "dismissione" di Ronaldinho, dismissione che è valsa una buona fetta di scudetto e della quale non ringrazierò mai abbastanza il nostro allenatore.

Il mese di gennaio vede un Milan in difficoltà sul piano atletico (queste minipreparazioni invernali mi convincono sempre meno) e in piena emergenza a centrocampo, ma si riescono a limitare i danni grazie alle prestazioni dei giovani Strasser (autore del gol vittoria a Cagliari) e Merkel, e grazie alle ultime energie psicofisiche di Ibrahimovic prima del black-out prolungato di questi ultimi tre mesi e mezzo. E' ancora lo svedese, infatti, protagonista in campionato nella rimonta sull'Udinese, è lui che ci porta in vantaggio a Lecce, è lui che mette al sicuro il risultato con Cesena e Catania.

Stampa e critica ne sono convinti, il Milan è ibradipendente, e il calo di rendimento dello svedese "inaugurato" il primo febbraio nella gara interna contro la Lazio sembra dare loro ragione. Il doppio palo colpito da Ibra contro i capitolini diventa una sorta di simbolo di questa presunta ibradipendenza, con lo svedese in ombra non si va oltre lo 0-0 con la Lazio e  l'1-1 con il Genoa, la Leomuntada incombe sostenuta e strombazzata per ogni dove. Ma proprio quando anche il tifoso rossonero comincia a credere seriamente che il Milan sia veramente solo Ibra, arriva la smentita sotto forma delle vittorie sul Parma (4-0), Chievo (2-1) Napoli (3-0) e Juventus (con la ciofeca di Gattuso) tutte ottenute con un Ibrahimovic semplice comprimario.

A quel punto sembra fatta, il colpo del ko è pronto a partire. L'Inter compie un mezzo passo falso a Brescia il giorno prima di Milan-Bari, c'è la possibilità di andare a +7, e la settimana successiva ci aspetta un Palermo in rottura prolungata. La prospettiva di affrontare i cugini con almeno sette punti vantaggio sembra cosa fatta, ma non bisogna mai abbassare la guardia e ridurre il livello di attenzione. Infatti si fa un punto in due partite e ci si presenta al derby decisivo con soli due punti di vantaggio. Il rischio sorpasso è reale, e in quel caso l'inerzia psicologica e la condizione mentale moltiplicherebbero le energie fisiche dei rimontanti togliendole ai rimontati in maniera probabilmente decisiva. Per questo va dato merito ad Allegri per come ha ricaricato e rasserenato la squadra nelle due settimane di attesa. L'esito del derby lo ricordiamo bene. Siamo ripartiti da quel 3-0 e non abbiamo più sbagliato un colpo, soffrendo ma portando a casa i tre punti a Firenze, strapazzando la Samp, e ancora soffrendo nelle vittorie di misura ottenute contro Brescia e Bologna fino a guadagnare il punto decisivo a Roma sabato scorso.

Per concludere mi sembra giusto citare alcuni protagonisti. Quando si vince qualcosa di importante si tende a mettere tutti sullo stesso piano, e dopo aver ringraziato indistintamente tutte le componenti del Milan, un ringraziamento particolare lo voglio riservare ad Allegri per le capacità di gestione di un gruppo difficile come quello rossonero, per avere apportato modifiche sostanziali senza incaponirsi su teoremi precostituiti, per averci liberato dal Dinho, per aver fatto delle scelte "pericolose", e per quello che farà da qui al 30 giugno per convincere Galliani ad "alleggerire" il peso dello spogliatoio (e il peso del monte ingaggi).

Voglio citare Abbiati e ringraziarlo per aver giocato la migliore stagione della sua carriera. E' bello avere un portiere che detta legge nella propria area rasserenando tutta la difesa, che para il parabile e qualche volta anche l'imparabile.

Voglio citare Abate per la crescita esponenziale mostrata in questa stagione nella fase difensiva e per l'intraprendenza e la qualità crescente delle sue sgroppate in avanti. A 24 anni ci sono ulteriori margini di miglioramento, ma quello che fino all'estate scorsa era solo un vago progetto di terzino è diventato una realtà.

Voglio citare il vero simbolo del Milan di quest'anno, quel mostro di bravura che risponde al nome di Thiago Silva. E' stata impressionante la costanza di rendimento ad altissimo livello, mai un calo di tensione in tutta la stagione, mai qualcosa da rimproverargli in campo o fuori dal campo. Era difficile pensare che potesse migliorare l'ottima annata precedente, ma il progresso è stato netto e tangibile. Se in passato la "faccia" del Milan è stata quella di Baresi e di Maldini, oggi la faccia del Milan è degnamente rappresentata da Thiago Silva.

Voglio citare Nesta che sembrava dover concludere la carriera due anni fa, che è rinato lo scorso anno al netto dello stop che lo ha fermato nell'ultima parte di stagione e che ha dato il solito grande contributo quest'anno ritrovando, tutto sommato, una buona efficienza fisica.

Voglio citare Boateng per la ventata di aria nuova trasmessa ad un centrocampo prigioniero da alcuni anni dei ritmi lenti e cadenzati dei palleggiatori, per averci fatto riscoprire il gioco senza palla e gli inserimenti negli spazi, per la voglia e la passione con le quali si sacrifica per la squadra, ma anche per aver smentito chi lo aveva presentato come una testa calda dimostrando professionalità e il giusto grado di agonismo.

Vorrei citare anche Gattuso, Pato, Ibrahimovic, Robinho e Van Bommel che per un motivo o per l'altro sono stati determinanti in alcuni periodi della stagione ma latitanti in altri ... per cui mi riservo di citarli il prossimo anno ...


mercoledì 11 maggio 2011

Statistiche di Palermo - Milan 2-1

Il trionfo del cincischio
L'apoteosi del leziosismo
La sagra della veronica
Il festival delle geometrie impossibili
L'expo del piazzato inguardabile
... e non si tira mai in porta.
Si è rivisto "un certo Milan", con uno che sta diventando la parodia di se stesso, e un altro al quale non possono certo bastare alcune buone prestazioni per riscattare una stagione meno che mediocre.
Peccato, un'occasione mandata al macero.

MilaNumbers (48)
Coppa Italia - Semifinale, ritorno - 10.5.2011
Palermo - Milan 2-1 Migliaccio 63' Bovo r. 73' Ibra 94'







NOTE:
- Espulso Van Bommel al 73'
- Espulso Bovo al 75'
- Doppio palo di Ibra al 81'
- Assist di Cassano
- 400° presenza in rossonero per Pirlo e Seedorf ...
- 300° presenza in rossonero per Nesta

domenica 8 maggio 2011

Statistiche di Roma-Milan 0-0

Grazie ragazzi
E sono 18 ... dopo sette lunghi anni il Milan vince uno scudetto strameritato e in qualche modo anche dominato. La partita con la Roma è stata semplicemente la cornice superflua di un evento ineluttabile, ma se qualcosa ha detto, ha confermato la grandezza di quattro quinti del reparto difensivo. A dire il vero nel primo tempo, e in misura minore anche nel secondo, qualche brivido è corso lungo la schiena dei tifosi rossoneri, ma alla fine l'obiettivo è stato raggiunto, e questo è ciò che conta. Adesso c'è ancora una competizione da onorare, quindi festeggiamenti moderati e testa a Palermo. Molti tifosi hanno scarsa considerazione della Coppa Italia, a mio parere è un brodino rigenerante in una stagione priva di altre soddisfazioni, ma diventa la classica ciliegina sulla torta in stagioni come questa o come nel 2003, e in più c'è la prospettiva di giocare un altro derby ...rimane solo da verificare se prevarrà il senso di appagamento derivante dalla conquista dello Scudetto o la voglia di vincere ancora.


MilaNumbers (47)
Campionato - 36° Giornata - 7.5.2011
Roma - Milan 0-0
CLASSIFICA: Milan 78 - Inter 72 - Napoli 68 - Udinese 62 - Lazio e Roma 60 - Juventus 57





NOTE:
- Palo di Robinho al 46'
- 100° presenza in campionato per Alexandre Pato

lunedì 2 maggio 2011

Statistiche di Milan-Bologna 1-0

Contro il Brescia il gol vittoria è arrivato a otto minuti dal termine, contro il Bologna è arrivato dopo otto minuti del primo tempo, ma a parte questo dettaglio i due incontri hanno parecchi particolari in comune. L'ottimo atteggiamento mentale del Milan nella prima parte di gara, la grande sofferenza nei secondi tempi, la gran quantità di nitide occasioni da gol sprecate che sono state la principale causa dei patimenti vissuti in queste due partite nelle seconde frazioni di gioco.
Da un lato emerge la capacità della squadra di stringere i denti e la volontà dei ragazzi di lottare per raggiungere l'obiettivo, dall'altro è preoccupante l'incapacità di sfruttare situazioni limpide come quelle capitate a Cassano e Flamini nel primo tempo, e al recidivo Robinho e al debuttante Beretta nella ripresa. Ad ogni modo in queste due partite i sei punti sono arrivati, ed è questo che conta, adesso basta un punto per avere anche il conforto della matematica, mentre la logica, al di là di ogni comprensibile scaramanzia, dice che ormai è fatta.

MilaNumbers (46)
Campionato - 35° Giornata - 1.5.2011
Milan - Bologna 1-0 Flamini 8'
CLASSIFICA: Milan 77 - Inter 69 - Napoli 68 - Lazio 60 - Roma e Udinese 59 - Juve 56



Migliori: Thiago (7,5) - Nesta, Abate e Flamini (7)
Peggiori: Zambrotta, Cassano e Robinho (5) - Ambrosini (5,5)



domenica 1 maggio 2011

Rompi ... pazzo

Che rompipazzo ... l'Inter si traveste da Manchester versione 1999 (va beh ... si fa per dire) e nel recupero ribalta il risultato con una doppietta di Pazzini. Alla fine, forse, è meglio così ... in fondo cambia poco, l'imperativo continua ad essere lo stesso: battere il Bologna per tenere a distanza Leonardo & C. e tagliare fuori matematicamente il Napoli.