Non lo faccio mai, ma, a futura memoria, non posso evitare di ripubblicare sul mio blog la dettagliata e fedele ricostruzione, resa da Alberto Costa su Corriere.it, della doppia sanguinosa cessione al PSG degli unici fuoriclasse presenti al Milan da parte della sciagurata dirigenza rossonera:
Vendo, tengo, lascio: quando il mercato rossonero fa blob
MILANO - Eutanasia di un'idea: quella della grandeur
berlusconiana. Un po' Zelig, un po' Scherzi a parte nei frammenti di
questo imbarazzante Blob rossonero.
14 maggio, lunedì . Il giorno dopo la chiusura del campionato
(Milan-Novara 2-1) Adriano Galliani rivela di avere invitato Zlatan
Ibrahimovic a casa sua per un aperitivo: «Sono stato con lui, abbiamo
parlato a lungo e vi assicuro che resterà con noi al 100 per cento.
Siamo d'accordo su tutto». Allegria!
18 maggio, venerdì. Ancora Galliani, stavolta ai margini della
festa organizzata dall'Uefa a Monaco di Baviera per la finale di
Coppacampioni tra Bayern e Chelsea, annuncia urbi et orbi: «Ibra
riuscirà a vincere una Champions, sicuramente con la maglia del Milan».
Profetico.
26 maggio, sabato. Sulla Gazzetta dello Sport appare
un'intervista esclusiva con Massimiliano Allegri. Titolo: Berlusconi mi
ha promesso: Ibra e Thiago non si muovono dal Milan. Sommario: non si
può prescindere da quei due. Nel botta e risposta il tecnico rossonero
sprizza certezze da tutti i pori: «Da qui ad agosto può succedere di
tutto sul mercato. Ma non può succedere che loro se ne vadano». E
all'intervistatrice che forse, a differenza sua, non vive nel mondo dei
sogni («Come fa ad esserne certo?») chiarisce: «Perché ne abbiamo
parlato con il presidente Berlusconi e lui mi ha assicurato che
resteranno. È su di loro che si baserà il Milan». Commovente.
2 giugno, sabato. Adriano Galliani si imbarca sulla Love Boat
rossonera per una crociera di pochi giorni nel Mediterraneo. «Thiago?
Ancelotti me l'ha stra-chiesto ma bisogna saper resistere». Poi
approfondisce meglio il concetto: «Se parlassimo solo di moneta sonante,
Thiago sarebbe da prendere e vendere, ma noi non ragioniamo così.
Abbiamo un grande presidente, che ama il Milan e vuole tenere tutti i
big. Un debole avrebbe già ceduto». Poi la chicca: «Quando Seedorf non
sarà più del Milan, Ibra giocherà con la maglia numero 10». Bravo, ma in
quale squadra?
3 giugno, domenica. Allegri, anche lui in crociera, continua a
vivere sulla luna: «Thiago resterà con noi al 99,9 per cento». Poi, in
uno sprazzo di lucidità, confessa: «Se il Milan perdesse Thiago sarebbe
una cosa gravissima».
5 giugno, martedì. Galliani sbarca a Tunisi con i gitanti
rossoneri e smentisce piccato le voci di una possibile partenza di Ibra:
«La notizia è falsa. Non va via nessuno, non vendiamo nessuno. Lui e
Thiago restano al 99,9 per cento».
12 giugno, martedì. Da Tunisi a Parigi. Galliani prende alloggio all'hotel Bristol, in zona Champ-Élysées, per cedere Thiago Silva al Psg.
13 giugno, mercoledì. Su Milan Channel appare una supplica a
Silvio Berlusconi: «Presidente noi la preghiamo... Lo tenga». I tifosi
accendono ceri votivi. E Galliani, rientrato da Parigi, chiosa: «Di
solito le preghiere funzionano, il presidente vuole trattenere Thiago».
Mistico.
14 giugno, giovedì. Invocato alla moda di Padre Pio, Berlusconi
gonfia il petto e annuncia a Milan Channel lo stop alla cessione di
Thiago Silva: «È stata una scelta di sentimento. Resta anche Ibra».
Galliani, patriottico, parla invece di «atto di eroismo di Berlusconi».
15 giugno, venerdì. Galliani non ha ancora smaltito la sincera
commozione: «Ha vinto il cuore e non la ragione. Non venderemo nessuno,
resterà anche Ibra». Nel frattempo Barbara Berlusconi esce dalle
retrovie dove si era prudenzialmente rifugiata per ringraziare il papà
che «ha operato una scelta di cuore» e che «ha accolto l'appello dei
tifosi». Sul sito milanista campeggia una scritta a caratteri cubitali:
«GRAZIE PRESIDENTE!».
17 giugno, domenica. Toh, chi si rivede! Massimiliano Allegri
interrompe le meritate vacanze in Sardegna per una sviolinata senza
precedenti nei confronti del suo datore di lavoro: «Io non ho mai avuto
dubbi sulle parole di Berlusconi. Mi sono sempre fidato di lui e sapevo
che Thiago Silva non sarebbe andato via. La sua conferma è un grande
dono che Berlusconi ha fatto a me e ai tifosi». Commovente.
2 luglio, lunedì. Il sito milanista annuncia trionfante il
prolungamento del contratto di Thiago Silva fino al 2017. Lo stipendio
passa da 4 milioni di euro all'anno a 6 milioni (netti). Galliani si
compiace: «È stata trovata una soluzione ragionevole per lui e per la
società. Quanto a Ibra, ha altri due anni di contratto e resterà al
Milan: è incedibile al 100 per cento». La presa per i fondelli nei
confronti dei tifosi rossoneri incomincia a prendere corpo.
9 luglio, lunedì. Al raduno del Milan, il numero 27 della
presidenza Berlusconi, Galliani ha un sussulto di dignità: «Thiago e
Ibra? Tutto può succedere».
12 luglio, giovedì. Dopo avere piazzato al Psg quelli che noi non
vendiamo nessuno e che è stato un atto di eroismo trattenerli, Silvio
Berlusconi esulta: «In due anni risparmio 150 milioni». Parentesi: di
questi soldi 62 milioni derivano dalla cessione di Thiago (42) e Ibra
(20): visto che un anno fa gli sceicchi di Francia avevano scucito 43
milioni per Pastore e che Lavezzi è stato pagato 30 milioni, all'
establishment rossonero non viene il sospetto di avere calato le braghe
con troppa precipitazione? Il 40 per cento di questo tesoretto (60
milioni) è poi rappresentato dal nuovo contratto di Thiago. Era stato
firmato soltanto dieci giorni prima, il 2 luglio, a dimostrazione del
fatto che il classico slogan sulle maglie rossonere («Il club più
titolato al mondo») può serenamente essere soppiantato da un più crudo
ma più realistico «Poche idee e pure confuse».
Alberto Costa
18 luglio 2012 | 9:59