domenica 22 luglio 2012

Bedda Matri

Mi ero ripromesso di non prendere in considerazione semplici ipotesi di mercato per commentare solo ed esclusivamente le trattative giunte a buon fine. La questione Matri, però, sembra possedere buone probabilità di andare in porto, e due o tre considerazioni a futura memoria si possono fare ... ma lo farò nei prossimi giorni :) perchè adesso vorrei parlare di un altra trattativa.

Mapou Yanga-Mbiwa
In questi ultimi giorni sembrava poter decollare una operazione volta a portare a Milanello un potenziale "erede" di Thiago Silva: il francese Mapou Yanga-Mbiwa, classe 1989, fresco campione di Francia con il Montpellier. Tengo a precisare che non conosco minimamente il difensore centrale di origini centrafricane, ma su alcuni blog rossoneri ho potuto leggere commenti estremamente positivi sul giocatore, in alcuni casi tendenti all'entusiasta, da parte di chi lo ha seguito nella stagione appena conclusa; e in un periodo così deprimente per il tifoso rossonero basta anche la semplice prospettiva di prendere un potenziale campione per ritrovare un po' di entusiasmo e un briciolo di speranza. Una presunta trattativa, quindi, che non può che essere valutata positivamente. Purtroppo, come mi è capitato di leggere su Il Vero Milanista, sembra che le esperienze negative vissute nel passato recente e meno recente, e le scoppole mediatiche in serie che hanno collezionato, non abbiano insegnato nulla alla nostra dirigenza che definirei per l'occasione, per non scadere nello scurrile, "de coccio".

Dice Louis Nicollin, Presidente del Montpellier: "Il Milan tratta con il giocatore? Prima noi dovremmo essere d’accordo, e dato che io non lo sono, non c’è niente di avanzato tra il Milan e Mapou Yanga-Mbiwa. Punto e a capo. Il giocatore resterà con noi ancora un anno, se se ne va alla fine del suo contratto non è grave. Chi se ne frega. Sei milioni per il suo cartellino? Il Milan dovrebbe offrirne almeno il triplo. E comunque non sarebbe certo che lo lasceremmo partire. Devono darci la somma che hanno preso dal PSG per Thiago Silva".

Giusto un anno fa, Galliani & Co. hanno fatto imbestialire De Laurentiis con il tentativo di strappare al Napoli Hamsik senza usargli la cortesia di contattarlo preventivamente e precludento di fatto ogni possibilità di intavolare una corretta e civile trattativa. E', poi, ancora nitida nella mente dei tifosi la scena di Galliani Tevez e relativo procuratore a cena insieme in Brasile a gennaio, perseguendo ancora una volta l'irritante strategia di porre davanti al fatto compiuto la società con la quale si dovrebbe provare a trovare un accordo. Il risultato, naturalmente, è quello di indispettire la controparte e di provocare un irrigidimento che porta regolarmente al naufragio della trattativa. A giudicare dalle parole di Monsieur Nicollin sembra che Galliani e Braida ci siano ricascati ... certo che alla luce di quanto stà avvenendo in questi ultimi mesi sorge un dubbio ... ma non è che quella di Galliani e Braida è una tattica studiata appositamente per non chiudere determinate trattative ma solo per montare la fanfara mediatica? ... in caso di risposta negativa a questa prima domanda se ne pone una seconda, è mai possibile che non si impari mai nulla dai propri errori?

P.S. Riguardo il Trofeo Tim, ritengo inutile esprimere giudizi principalmente per tre motivi.  Primo, il terreno di gioco indegno ... provate a giudicare una partita di basket giocata su un parquet sconnesso e con i tasselli che saltano via. Secondo, l'indisponibilità, per vari motivi, di un'intera squadra. Terzo, la rosa a disposizione di Allegri ha iniziato la preparazione da meno di due settimane. Certo che la prima impressione offerta dai neoacquisti Traorè e Acerbi non è stata molto incoraggiante.

mercoledì 18 luglio 2012

Prendi i Soldi e Scappa

Non lo faccio mai, ma, a futura memoria, non posso evitare di ripubblicare sul mio blog la dettagliata e fedele ricostruzione, resa da Alberto Costa su Corriere.it, della doppia sanguinosa cessione al PSG degli unici fuoriclasse presenti al Milan da parte della sciagurata dirigenza rossonera:
Vendo, tengo, lascio: quando il mercato rossonero fa blob

MILANO - Eutanasia di un'idea: quella della grandeur berlusconiana. Un po' Zelig, un po' Scherzi a parte nei frammenti di questo imbarazzante Blob rossonero.

14 maggio, lunedì . Il giorno dopo la chiusura del campionato (Milan-Novara 2-1) Adriano Galliani rivela di avere invitato Zlatan Ibrahimovic a casa sua per un aperitivo: «Sono stato con lui, abbiamo parlato a lungo e vi assicuro che resterà con noi al 100 per cento. Siamo d'accordo su tutto». Allegria!

18 maggio, venerdì. Ancora Galliani, stavolta ai margini della festa organizzata dall'Uefa a Monaco di Baviera per la finale di Coppacampioni tra Bayern e Chelsea, annuncia urbi et orbi: «Ibra riuscirà a vincere una Champions, sicuramente con la maglia del Milan». Profetico.

26 maggio, sabato. Sulla Gazzetta dello Sport appare un'intervista esclusiva con Massimiliano Allegri. Titolo: Berlusconi mi ha promesso: Ibra e Thiago non si muovono dal Milan. Sommario: non si può prescindere da quei due. Nel botta e risposta il tecnico rossonero sprizza certezze da tutti i pori: «Da qui ad agosto può succedere di tutto sul mercato. Ma non può succedere che loro se ne vadano». E all'intervistatrice che forse, a differenza sua, non vive nel mondo dei sogni («Come fa ad esserne certo?») chiarisce: «Perché ne abbiamo parlato con il presidente Berlusconi e lui mi ha assicurato che resteranno. È su di loro che si baserà il Milan». Commovente.

2 giugno, sabato. Adriano Galliani si imbarca sulla Love Boat rossonera per una crociera di pochi giorni nel Mediterraneo. «Thiago? Ancelotti me l'ha stra-chiesto ma bisogna saper resistere». Poi approfondisce meglio il concetto: «Se parlassimo solo di moneta sonante, Thiago sarebbe da prendere e vendere, ma noi non ragioniamo così. Abbiamo un grande presidente, che ama il Milan e vuole tenere tutti i big. Un debole avrebbe già ceduto». Poi la chicca: «Quando Seedorf non sarà più del Milan, Ibra giocherà con la maglia numero 10». Bravo, ma in quale squadra?

3 giugno, domenica. Allegri, anche lui in crociera, continua a vivere sulla luna: «Thiago resterà con noi al 99,9 per cento». Poi, in uno sprazzo di lucidità, confessa: «Se il Milan perdesse Thiago sarebbe una cosa gravissima».

5 giugno, martedì. Galliani sbarca a Tunisi con i gitanti rossoneri e smentisce piccato le voci di una possibile partenza di Ibra: «La notizia è falsa. Non va via nessuno, non vendiamo nessuno. Lui e Thiago restano al 99,9 per cento».

12 giugno, martedì. Da Tunisi a Parigi. Galliani prende alloggio all'hotel Bristol, in zona Champ-Élysées, per cedere Thiago Silva al Psg.

13 giugno, mercoledì. Su Milan Channel appare una supplica a Silvio Berlusconi: «Presidente noi la preghiamo... Lo tenga». I tifosi accendono ceri votivi. E Galliani, rientrato da Parigi, chiosa: «Di solito le preghiere funzionano, il presidente vuole trattenere Thiago». Mistico.

14 giugno, giovedì. Invocato alla moda di Padre Pio, Berlusconi gonfia il petto e annuncia a Milan Channel lo stop alla cessione di Thiago Silva: «È stata una scelta di sentimento. Resta anche Ibra». Galliani, patriottico, parla invece di «atto di eroismo di Berlusconi».

15 giugno, venerdì. Galliani non ha ancora smaltito la sincera commozione: «Ha vinto il cuore e non la ragione. Non venderemo nessuno, resterà anche Ibra». Nel frattempo Barbara Berlusconi esce dalle retrovie dove si era prudenzialmente rifugiata per ringraziare il papà che «ha operato una scelta di cuore» e che «ha accolto l'appello dei tifosi». Sul sito milanista campeggia una scritta a caratteri cubitali: «GRAZIE PRESIDENTE!». 

17 giugno, domenica. Toh, chi si rivede! Massimiliano Allegri interrompe le meritate vacanze in Sardegna per una sviolinata senza precedenti nei confronti del suo datore di lavoro: «Io non ho mai avuto dubbi sulle parole di Berlusconi. Mi sono sempre fidato di lui e sapevo che Thiago Silva non sarebbe andato via. La sua conferma è un grande dono che Berlusconi ha fatto a me e ai tifosi». Commovente.

2 luglio, lunedì. Il sito milanista annuncia trionfante il prolungamento del contratto di Thiago Silva fino al 2017. Lo stipendio passa da 4 milioni di euro all'anno a 6 milioni (netti). Galliani si compiace: «È stata trovata una soluzione ragionevole per lui e per la società. Quanto a Ibra, ha altri due anni di contratto e resterà al Milan: è incedibile al 100 per cento». La presa per i fondelli nei confronti dei tifosi rossoneri incomincia a prendere corpo.

9 luglio, lunedì. Al raduno del Milan, il numero 27 della presidenza Berlusconi, Galliani ha un sussulto di dignità: «Thiago e Ibra? Tutto può succedere». 

12 luglio, giovedì. Dopo avere piazzato al Psg quelli che noi non vendiamo nessuno e che è stato un atto di eroismo trattenerli, Silvio Berlusconi esulta: «In due anni risparmio 150 milioni». Parentesi: di questi soldi 62 milioni derivano dalla cessione di Thiago (42) e Ibra (20): visto che un anno fa gli sceicchi di Francia avevano scucito 43 milioni per Pastore e che Lavezzi è stato pagato 30 milioni, all' establishment rossonero non viene il sospetto di avere calato le braghe con troppa precipitazione? Il 40 per cento di questo tesoretto (60 milioni) è poi rappresentato dal nuovo contratto di Thiago. Era stato firmato soltanto dieci giorni prima, il 2 luglio, a dimostrazione del fatto che il classico slogan sulle maglie rossonere («Il club più titolato al mondo») può serenamente essere soppiantato da un più crudo ma più realistico «Poche idee e pure confuse».

Alberto Costa 
18 luglio 2012 | 9:59 

lunedì 16 luglio 2012

La Beffa del Secolo

Sai le risate ... la trattativa che dovrebbe portare Ibra a Parigi sembra incontrare alcune difficoltà ... principalmente a causa della nuova fiscalità francese (argomento tanto caro a Galliani) che renderebbe quella italiana molto più vantaggiosa, tanto da costringere i parigini a svenarsi per garantire allo svedese almeno le stesse cifre percepite in rossonero. Immaginare Galliani, obbligato a cedere l'insostituibile Thiago Silva pur di liberarsi dell'insostenibile ingaggio di Zlatan, costretto a tenersi lo svedese dopo la partenza del brasiliano non ha prezzo ... e forse sarebbe l'unico scenario che spingerebbe "il più grande dirigente calcistico italiano" a rassegnare, finalmente, le dimissioni.

Tra l'altro nasce spontanea la domanda su cosa possa essere cambiato in Italia per rendere insostenibile oggi un ingaggio concesso senza problemi solo due anni fa. Forse le diverse valutazioni di due anni fa, rispetto a quelle di oggi, hanno poco a che fare con il calcio e lo sport. In ogni caso lascerei perdere l'ipocrita motivazione della situazione economica italiana e mondiale o, ancora peggio, il "ritorno in campo" del nostro pseudopresidente ... perchè è sacrosanto che ognuno con i propri soldi possa fare ciò che vuole, ma non si può invocare (Criscitiello ...) la sobrietà nel calcio quando poi si spendono quasi sei milioni per costruire un nuraghe nella magavilla in sardegna, o venti milioni in due anni per ... spettacolini di burlesque, o centinaia di migliaia di euro per regalare appartamenti a "giornaliste" varie ... e chissà che altro ... che si dica chiaramente che non si ha più voglia, o interesse, di investire nel Milan (che è cosa diversa dallo spendere).

Ad ogni modo, sorvolando sul modo "discutibile" di trattare la tifoseria da parte di questi personaggi (ciliegina sulla torta le sprezzanti parole di Berlusconi), farò esattamente come enunciato da Galliani il giorno del raduno: "alle 19,01 del 31 agosto valuteremo quale sarà la composizione della rosa rossonera". Quel che è certo è che risulta complicato acquistare giocatori a prezzi congrui quando il venditore è a conoscenza che l'acquirente dispone (in teoria) di grosse somme di denaro. Sono anche questi particolari che fanno la differenza tra il pianificare una strategia e il campare alla giornata.

P.S. Naturalmente, un minuto dopo la pubblicazione di questo pezzo verrà ufficializzata la cessione di Ibra al PSG ... :)

domenica 15 luglio 2012

Grazie Presidente



<< Milano è la città in cui un certo Silvio Berlusconi di 34 anni costruisce "Milano 2", cioè mette su un cantiere che costa 500 milioni al giorno. Chi glieli ha dati? Non si sa. Com'è possibile che un giovanotto di 34 anni come questo Berlusconi abbia un Jet personale con cui raggiunge nei caraibi la sua barca che sarebbe poi una nave oceanografica? Noi saremmo molto curiosi, molto interessati a sapere dal signor Berlusconi la storia della sua vita: ci racconti come si fa a passare dall'ago al milione o dal milione ai cento miliardi >>
Giorgio Bocca - Marzo 1976
Domande e "curiosità" alle quali, nel 2012, non sono ancora giunte risposte. (nda)

<< E' il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. E' questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l'allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. "Chiagne e fotte" dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni >>
Indro Montanelli - 2001

D'altra parte, se si escludono "forzitalioti" della prima ora, "pidiellini" della seconda e tifosi rossoneri evoluti, che Berlusconi sia un bugiardo patentato lo sanno tutti, come si evince dalla sua prima condanna passata in giudicato per ... falsa testimonianza.

Da "Le Mille Balle Blu" di Gomez e Travaglio (Biblioteca Universale Rizzoli) si legge:
<< La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989. Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: "Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo ... non ho mai pagato una quota di iscrizione, nè mai mi è stata richiesta" . Berlusconi, però, si era iscritto alla P2 nel 1978 (lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Incriminato per falsa testimonianza, viene prosciolto in istruttoria. Il 25 febbraio 1990, alla vigilia dell'Appello, scrive a "L'Espresso": << Spero che la prossima amnistia, che si annunzia non rinunziabile, non mi tolga il piacere di veder confermata la sentenza di proscioglimento >>. Invece in secondo grado viene dichiarato colpevole, e l'amnistia (peraltro rinunciabile) gli toglie il piacere di essere condannato per avere giurato il falso in tribunale. Scrivono infatti i Giudici della Corte d'Appello il 22 ottobre 1990: << Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità ..., smentite dalle risultanze della Commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese dal prevenuto avanti al Giudice Istruttore di Milano, e mai contestate ... Ne consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso >>, rilasciato << dichiarazioni menzognere >> e << compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza >>. Ma << Il reato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia >>. Anzichè chiedere alla Cassazione di essere assolto nel merito, Berlusconi rinuncia ad impugnare la sentenza che diventa definitiva nel 1991.

P.S. Stendo un velo pietoso su Criscitiello ... quasi un virtuoso della "lap dance" ...

lunedì 2 luglio 2012

Ammissione di Colpa

L'ultima risposta di Prandelli nell'ultima conferenza stampa di Euro2012 è stata una sincera ammissione di colpa. Alla richiesta di Mazzocchi di confessare su cosa sia stato meno bravo nella gestione dell'Europeo dalle convocazioni in poi, il CT Prandelli ha ammesso la mancanza di coraggio nel rivoluzionare la formazione in occasione della finale di ieri sera per un debito di riconoscenza e per non mancare di rispetto a coloro che lo avevano portato fino in fondo ... la domanda è: ma in questo Calcio tritatutto, ha ancora diritto di cittadinanza la riconoscenza? ... oppure è un lusso che non ci si può permettere a certi livelli? ... la mia risposta è un chiaro e tondo NO!, nessuna riconoscenza.

domenica 1 luglio 2012

Ne Siamo Usciti a ... Prandelli





Spagna - Italia 4-0

Distrutti dalla Spagna, ma non solo dalla Spagna. Difficile pronosticare la Nazionale azzurra nella finale del Campionato Europeo. Viste le premesse vanno tutti applauditi non solo per l'apprezzabile piazzamento finale, ma anche per avere riavvicinato gli italiani ad una Nazionale che faceva molta fatica a ritrovare interesse e passione intorno a sè.

Dispiace un po', però, non aver potuto giocare alla pari con gli iberici la partita conclusiva per tutta una serie di errori commessi da Prandelli, sia nel varare la formazione iniziale che nei cambi in corso d'opera. Va detto che il CT azzurro ha dato da subito la sensazione di essere in qualche modo sensibile alle "logiche bianconere". Prendiamo ad esempio il caso di Marchisio. Il centrocampista juventino è certamente un ottimo giocatore e ha disputato una grande stagione. Questo, però, non giustifica lo status di "inamovibile" assegnatogli da Prandelli nonostante le brutte prestazioni offerte lungo tutto il torneo. Anche questa sera Marchisio è stato "l'uomo in meno" degli azzurri, forse sarò di parte, ma non mi spiego perchè Nocerino abbia trovato spazio solo per qualche scampolo di partita evidenziando, peraltro, una buona condizione in quegli stessi spezzoni di gara.

Riguardo la formazione di partenza di oggi, e la sensibilità di Prandelli riguardo le logiche bianconere, ha destato più di qualche perplessità anche la scelta di schierare un acciaccato Chiellini sulla sinistra, scelta che è costata il vantaggio spagnolo e il primo cambio obbligato dopo appena un quarto d'ora. Per completare il capolavoro, Prandelli ha pensato bene di mettere in campo nella ripresa un altro dei suoi inspiegabili chiodi fissi: quel Thiago Motta lentopede, anche lui in precarie condizioni tanto da lasciare la squadra in dieci uomini per oltre mezz'ora.

Battere questa Spagna era impresa estremamente ardua, con queste premesse non poteva che finire così.