martedì 18 maggio 2010

Glasnost e Perestrojka

MilaNebbioso
Da Wikipedia:
"PERESTROJKA è una parola russa che letteralmente significa "ricostruzione" e identifica il complesso di riforme economiche in simbiosi con una maggiore trasparenza della vita pubblica definita GLASNOST."
Il Milan ha intrapreso la sua particolare "perestrojka", ma si è dimenticato di abbinarla alla "glasnost" ... nessuna simbiosi con la trasparenza che nella storica svolta dell'URSS di Michail Gorbaciov doveva rendere partecipe il popolo dei cambiamenti economici in atto informandolo sulle logiche delle riforme economiche, sostituendo la retorica e la propaganda con l'apertura al dibattito e alla discussione.


L'atteggiamento assunto da Galliani dopo la gara contro la Juventus non è stato un gran bel segnale per coloro che auspicavano una maggiore chiarezza da parte della società nei confronti dei tifosi.
La risposta di Galliani a questo striscione

lascia interdetti ... la frase si riferisce in modo evidente a questa stagione (come minimo) nel suo complesso, e giustificare l'assenza "dallo stadio" di Berlusconi con una sua indisposizione lascia intendere come la "comunicazione" con i tifosi non sia affatto cambiata rispetto ad un anno fa.

Pur comprendendo che "spifferare" certe informazioni sia controproducente e costituisca un ostacolo al raggiungimento di determinati obiettivi, è possibile tenere un certo riserbo rispettando l'intelligenza del tifoso.

"Per la scelta del nuovo allenatore c'è tempo, tanto il raduno è in programma il 20 luglio" (sempre parole di Galliani), come se la necessità di programmare la stagione con chi dovrà guidare la squadra sia un dettaglio di poco conto ... i casi sono due ... o l'allenatore c'è già ma non lo si vuole ancora annunciare (ed in questo caso si potrebbero fare alcune considerazioni), o la decisione è ancora da prendere (ed in questo caso l'affermazione che non c'è fretta è un altro schiaffo all'intelligenza dei tifosi).

Lo stesso Ronaldinho pare disorientato da questa situazione e non si crea problemi a manifestarlo, già la "dipartita" di Leo è stata un brutto colpo per il Gaucho, così come la proposta ricevuta dalla società di ridurre l'ingaggio allungando il contratto. Se a tutto ciò si aggiungono i dubbi su cosa potrebbe diventare il suo futuro rossonero con un allenatore meno disposto di Leonardo a concedergli credito, ecco che la risposta ("non lo so") data a chi chiedeva lumi sul suo futuro al Milan subito dopo la partita di sabato, e le frasi vaghe del fratello interrogato su quanto affermato dal suo assistito, non sono altro che segnali piuttosto espliciti di una loro attenta valutazione dell'evolversi della situazione.

Il primo aspetto sul quale fare luce, per immaginare quale Milan ci riserverà il futuro, è senza dubbio la scelta della guida tecnica.
I proclami di Galliani sui "milanismi" di Allegri o di Galli sembra siano un tentativo di gettare fumo negli occhi ma anche un modo di tenere aperte le porte a qualsiasi soluzione.
Il fatto di ritardare l'annuncio del nome potrebbe far sospettare l'arrivo di qualcuno al momento impegnato, magari in Sudafrica.
Il nome di Lippi viene accostato al Milan con una certa insistenza anche se il viareggino non può certo vantare un "pedigree" rossonero ... requisito che invece appartiene, ad esempio, a Capello.
La candidatura di Allegri sembra cozzare con questo atteggiamento, l'annuncio della partenza di Leonardo avrebbe dovuto eliminare qualsiasi controindicazione alla designazione immediata dell'ex tecnico del Cagliari qualora fosse stata questa la scelta della dirigenza rossonera.
Un'altra ipotesi vede la possibile promozione di Tassotti da eterno secondo a titolare della panchina rossonera, ma se su questa soluzione ci fosse un accordo convinto tra proprietà e dirigenza l'annuncio sarebbe stato già dato.
Se Tassotti diventerà effettivamente l'allenatore del Milan, questa attesa sarà la dimostrazione dei dubbi sulla bontà della sua candidatura.


Sulle questioni di mercato la situazione non è molto chiara (a proposito di glasnost).
Il bilancio approvato meno di un mese fa non è ancora stato reso pubblico nel dettaglio (sono in trepidante attesa che il sito del Milan che cura questo aspetto lo faccia http://www.bilanciomilan.it/contoeconomico.html ) ma ho forti dubbi sul "potere d'acquisto" della società anche in questa sessione di mercato.
Gli unici dati presenti sul web indicano una notevole crescita del fatturato (327,6 mln a fronte dei 237,9 del 2008) con un deficit ridotto a "soli" 9,8 mln (contro i -66,8 del 2008) ma solo grazie alle plusvalenze ottenute con le cessioni di Kakà e Gourcuff.

Appena verrà pubblicato il bilancio 2009 sarà possibile fare qualche considerazione sulla situazione che si prospetta per quest'anno, ma tutto lascia credere che per non incorrere in un passivo molto pesante da ratificare nell'aprile del 2011, sarà necessario agire sui pochi parametri "manipolabili" dalla società: cioè la riduzione del monte ingaggi e/o la creazione di plusvalenze.
Le voci che contribuiscono a produrre fatturato sono le partite (abbonamenti, biglietti, percentuale sugli incassi nelle gare esterne e tournè), e in questo caso il 2010 dovrebbe presentare una contrazione delle entrate.
La fonte più importante di entrate per il club è rappresentata dai diritti tv, e in questo caso fare una previsione diventa difficile visto l'entrata in vigore della legge Melandri proprio nella stagione 2010/11.
Dato che l'obiettivo posto dalla Melandri è una più equa distribuzione dei proventi dai diritti tv si può supporre che chi ha preso le fette più grandi della torta (le tre big) debba ridurre le dimensioni della propria fetta.
Le altre principali componenti di entrate sono gli sponsor e il merchandising, e su queste voci è difficile prevedere un aumento di fatturato.
Ridurre le spese, a parte mobilitarsi sul monte ingaggi, non è cosa facile. A testimonianza che vengono prese in considerazione tutte le opportunità di riduzione delle spese basti pensare alla notizia di qualche giorno fa nella quale si riportava la decisione della società di non pagare più l'affitto a quei giocatori che alloggiano in immobili che non siano di proprietà del club.


Tutte queste considerazioni mi portano ad immaginare che sarà necessario reperire le risorse per fare mercato con l'autofinanziamento derivante da cessioni sia per incassare che per risparmiare sugli ingaggi, se invece si dovessero rispettare tutti quei contratti in scadenza nel 2011 potrebbe rendersi nuovamente necessaria una cessione eccellente tipo quella di Kakà dello scorso anno ... e l'unico giocatore in grado di produrre una plusvalenza importante è Pato ... staremo a vedere ...


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