Il pareggio di mercoledì sera a Roma è un ottimo pretesto per fare un ragionamento un pò più generale.
La partita con la Lazio ha fotografato in modo estremamente fedele la realtà, non la realtà del momento, ma quella che a forza di protrarsi nel tempo è diventata una realtà stabile e ben radicata.
E’ un peccato ritrovarsi a cambiare sentimenti nei confronti di alcuni campioni tanto amati e ammirati in passato ... Pirlo e Seedorf si sono "rivelati" l'anno di Manchester, al loro arrivo (Andrea nel 2001 e Clarence nel 2002) erano stati accolti con freddezza, ma hanno sorpreso e convinto tutti.
Per la verità Pirlo aveva anche degli estimatori tra i milanisti, me compreso ... mi piaceva dai tempi di Brescia … ricordo un centrocampo dell'Under21 con Gattuso, Pirlo, Zanetti e un grande Baronio ... un giocatore che non si sa per quale mistero non abbia vissuto una carriera simile a quella di Pirlo.
Su Clarence, invece, ero piuttosto dubbioso ... ma mi ha convinto molto in fretta.
Credo che molti tifosi rossoneri, quell'anno in particolare, abbiano riprovato la piacevole sensazione, dopo alcuni anni, di avere nella loro squadra simili giocatori ... Gattuso che si batte per 90 minuti andando sempre oltre le proprie possibilità ... Pirlo che ubriaca gli avversari con dribbling e finte e lancia le sue frecce a lunga gittata con una precisione sorprendente ... Seedorf che da "atipico" si cala perfettamente nel ruolo di centrocampista rivelandosi funzionale al progetto ed aggiungendo tanta qualità al reparto.
Due anni prima di quel 2003, la stagione si era chiusa in modo un pò triste, con Zaccheroni esonerato dopo il pari di Milano con gli spagnoli di La Coruña (anche se ci consolammo con il 6-0 nel derby dei due Maldini: uno in campo e l'altro in panchina ... e che Serginho quella sera ...).
Il 2001 è stato l'ultimo anno di un ciclo quinquennale iniziato da Tabarez e concluso da Cesare Maldini passando per Sacchi2, Capello2 e, appunto, quello Zaccheroni che ebbe il grande merito di accendere un lampo nel buio di quel periodo con lo scudetto sorprendentemente strappato alla Lazio.
Il 2002 ha fatto da raccordo tra due "epoche" diverse. Campagna acquisti importante (Rui Costa, Inzaghi, Pirlo e lo stesso Contra che rimane un mio grosso rimpianto) e la scommessa (persa) su Terim, l'ultimo tecnico esonerato dal Milan in corso d'opera.
Ma gli “armatori” della barca rossonera hanno avuto il merito di trovare il timoniere giusto, Ancelotti, il quale, con una squadra in embrione, ha avuto la capacità di raggiungere la qualificazione alla Champions poi vinta l'anno dopo con il contributo fondamentale, appunto, di Pirlo e Seedorf reinventati dallo stesso Ancelotti, di Gattuso ottopolmoni, di Maldini, di Sheva, del neoacquisto Nesta, del miglior Inzaghi visto al Milan ...
Il problema è che sono passati otto anni ... e qualche circumnavigazione del globo da parte dei nostri centrocampisti ... non si può far finta di niente.
Si è creato una specie di sortilegio che impedisce al Mister di turno di cambiare pagina … di dare una nuova identità alla squadra.
Il biennio comprendente la vittoria della Nazionale a Berlino, e quelle di Atene, Montecarlo e Yokohama, è stato l'epilogo di un ciclo ... dirlo è diventata una banalità, sono tre anni che lo si dice, ma è la verità.
I giocatori non condizionano gli allenatori assumendo nei loro confronti un atteggiamento mafioso o intimidatorio ... li condizionano più o meno inconsciamente con la loro personalità costruita anche, se non soprattutto, sulla loro "storia".
E' vero che giocatori con così tanta qualità sono in grado di inventarsi dal nulla la soluzione alla partita, ma ormai determinano la formazione di quella che si potrebbe definire una coperta di piombo che aleggia sulla squadra. Si ha la sensazione di essere invischiati in qualcosa di denso e appiccicoso come la melassa ... cambiano gli allenatori, cambiano gli schemi, ma il Milan di Allegri mi dà le stesse sensazioni che mi dava quello di Leonardo, così come quello di Leonardo mi dava le stesse sensazioni dell'ultimo Milan di Ancelotti ... poi si sa che quando ci si espone con certe valutazioni non c'è niente di meglio del calcio per rischiare delle brutte figure ...
Se si parla del calcio statico, lento, ruminato, orizzontale e monotono delle ultime tre stagioni rossonere non si può fare a meno di tirare in ballo anche il Dinho, che ha anche il "demerito" di non aver fatto parte, a differenza dei vari Pirlo Seedorf e Gattuso, dei trionfi dell'era Ancelotti.
Pirlo, Seedorf e Ronaldinho ... tre giocatori che continuano a determinare le sorti della squadra, in positivo nel passato remoto (i primi due) ... un pò meno nel passato prossimo e nel presente ... tre giocatori con il contratto in scadenza nel prossimo giugno.
La stagione è appena iniziata, e tutto può ancora accadere, ma si corre il rischio di rivedere lo stesso film per il quarto anno consecutivo ... se si vuole finalmente cambiare pelle sarà bene rinnovare non più di uno di quei tre contratti.
P.S. - Il valore di "X", come i più curiosi avranno capito, ha una doppia valenza: 5 sono sia i punti "conquistati" dal Milan in queste prime quattro giornate di campionato, sia il distacco accumulato nei confronti della capolista.
Quindi da un lato i 47/48 punti sono la quota raggiungibile al termine del campionato mantenendo l'attuale ritmo (salvezza assicurata), e nello stesso tempo indicano, in proiezione, il distacco dall'Inter che si accumulerebbe al termine del campionato mantenendo l'attuale ruolino di marcia (-5 dall'Inter ogni 4 partite).
Questa sera alle 18,00 a San Siro va in scena Milan-Genoa ... ricalcoleremo il valore di "X" nella speranza di ottenere un risultato migliore.
Pubblicato su Mondo Milan Day
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