domenica 29 agosto 2010

Ibra? ... ok, il prezzo è giusto.

La matematica non è un'opinione ... ma a volte va interpretata.
Premetto che non sono un esperto di bilanci, ma dopo che l'argomento è diventato così determinante per il Milan in questi ultimi anni, ho cercato di documentarmi un pò ... quindi non escludo che in quello che dirò ci saranno delle inesattezze, ma penso che il discorso di fondo possa essere comunque valido.

Il Milan acquisisce Ibra in prestito con diritto di riscatto fissato a 24 mln pagabili in tre anni a partire dalla prossima stagione.
Vista la valutazione di 70 mln raggiunta dallo svedese solo un anno fa, questa operazione ha del clamoroso. Se, però, si prova a fare un certo ragionamento, si arriva ad una conclusione sorprendente: il prezzo pagato dal Milan è quello giusto.

Lo scorso anno Ibra passa dall'Inter al Barça per 50 mln + Etoo, ma questa formula è solo una semplificazione.
In realtà lo svedese passa ai catalani per 70 mln, mentre Etoo passa ai nerazzurri in cambio di 20 mln.
Questa sottolineatura è importante perchè l'ammortamento dello svedese sul bilancio blaugrana va conteggiato su 70 mln in 5 anni e non su 50 mln.
La quota di ammortamento annuale (70:5) è di 14 mln, ne consegue che l'investimento residuo da ammortizzare dopo l'anno giocato da Ibra a Barcellona è di 56 mln.
Se l'operazione Ibra al Milan si fosse risolta come sembrava 2/3 giorni fa (cessione definitiva a 40 mln), il Barça avrebbe prodotto una minusvalenza di 16 mln (anche se non bisogna dimenticare i 20 mln incassati dall'Inter per Etoo), 16 mln che rappresentano l'ingaggio lordo di Ibra risparmiato dai catalani per la stagione appena cominciata portando, di fatto, in parità il bilancio dell'operazione Ibra per le casse catalane (i 12 mln netti diventano circa 16, e non 24, per effetto della fiscalità spagnola).

La formula scelta per il trasferimento di Ibra al Milan è vantaggiosa per i rossoneri in quanto non incide sul bilancio 2010 (se non per parte dell'ingaggio dello svedese), mentre non sposta quasi niente per le casse blaugrana.
Infatti, dando per un anno in  prestito Ibra al Milan, il Barça può mettere a bilancio un'altra quota di ammortamento da 14 mln portando l'investimento residuo da ammortizzare da 56 mln a 42.
La differenza tra questi 42 mln e i 24 che prenderà dal Milan sono 18 mln di minusvalenza ... che vengono parzialmente equilibrati dai 16 mln di ingaggio risparmiati.

In totale al Barça l'operazione Ibra ha prodotto un deficit di 2 mln ... un prezzo ritenuto equo dai catalani per liberarsi dell'ingombrante presenza di Mino Raiola, il vero fattore di preoccupazione di tutta questa vicenda in ottica rossonera. 

giovedì 26 agosto 2010

L'Ibra di Lerna

Confesso che il possibile arrivo di Ibrahimovic mi ha piuttosto disorientato.

L'Idra di Lerna
Da un lato l'approdo in rossonero dello svedese cambia le prospettive per la stagione che sta per cominciare.
Se ha vinto gli ultimi otto campionati disputati (che gli scaramantici diano libero sfogo ai loro riti, ne manca uno per trasformarlo nel drago a nove teste della mitologia greca), un pò sarà anche un caso, ma è indubbio il contributo essenziale fornito da Zlatan soprattutto nei titoli vinti con la maglia nerazzurra.


Da un altro lato la storia di Ibra è un fattore che collide con il piacere che prova il tifoso all'arrivo di un campione nella propria squadra.
Prima la militanza nella Juve negli anni immediatamente precedenti la deflagrazione del caso calciopoli, poi la virata dell'estate 2006 che ha portato Ibra ai presunti cugini quando era praticamente già diventato rossonero, e infine gli anni nerazzurri che ci hanno visti affrontare quasi inermi gli "odiati" concittadini.


In qualche modo si pone anche una sorta di "questione morale".
Ammesso che arrivi, saranno importanti le condizioni economiche del trasferimento.
Se questa operazione dovesse sconfessare la linea del fair-play finanziario intrapresa in questi ultimi tempi, il disorientamento aumenterebbe, instillando il dubbio di aver "sofferto" determinate situazioni e perso alcune opportunità per una nuova linea filosofica non poi così vincolante.


Questione tecnico/tattica
E' chiaro che Ibrahimovic determina un upgrade tecnico alla squadra, ma, a mio parere, questo differenziale tecnico positivo si ridurrebbe se a lasciare il Milan fosse Borriello anzichè Hunty.
L'olandese, dopo un anno, sembra ancora un corpo estraneo ... non si è ambientato per niente e, pur essendo un gran finalizzatore, non possiede quelle caratteristiche che hanno permesso al napoletano di rendersi utile alla squadra al di là dei 15 gol realizzati.


Infine inviterei i tifosi a tenere un atteggiamento sobrio sia per quanto riguarda le aspettative per questa stagione (facciamo i conti alla fine, senza trionfalismi prematuri), che per quanto riguarda il giudizio su proprietà e dirigenza per l'operato in questi ultimi cinque anni.

Pubblicato sul MilanDayBlog 
http://milandayblog.wordpress.com/2010/08/25/libra-di-lerna/


lunedì 23 agosto 2010

Prove tecniche di trasmissione.

Devo dire che quando ieri sera ho visto la formazione del Milan, mi è tornata in mente una statistica dello scorso anno: con Dinho, Seedorf e Pirlo contemporaneamente in campo il Milan ha ottenuto un punto a partita di media.
Statistica confermata anche per il Trofeo Berlusconi.

Premesso che il clima partita è stato molto amichevole, si possono provare a rilevare analogie e differenze tra questa squadra e quella dello scorso anno.
Lo schema proposto è un 4-3-3 in fase offensiva che si trasforma in un 4-4-2 in fase di non possesso per effetto dei profondi ripiegamenti di Oduamadi schierato largo a destra in sostituzione di Pato.
Il giovane nigeriano ha probabilmente patito emozionalmente l'impatto con San Siro, in attacco ha pasticciato parecchio, ma il suo lavoro in copertura si è rivelato prezioso per gli equilibri della squadra.

L'altra novità rispetto allo scorso anno è rappresentata dal greco Sokratis che mi ha quasi entusiasmato per l'autorevolezza con cui ha giocato e la sicurezza che ha dato al reparto difensivo formando con Thiago una gran bella coppia di centrali. Ovvio che non basta una partita per dare giudizi definitivi, ma l'inizio è davvero incoraggiante.

Capitolo Ronaldinho ... come tutti i tifosi ho le mie simpatie e le mie antipatie, ma pretendo ma me stesso obiettività e "onestà intellettuale".
La prova del brasiliano è stata abbondantemente positiva. Oltre ai soliti numeri ha offerto alla squadra una presenza costante nei 90 minuti, senza concedersi lunghe pause come capitava troppo spesso lo scorso anno.
Nel finale di gara ha agito in posizione più centrale, dimostrando disponibilità a ricoprire zone del campo diverse da quelle solitamente frequentate. Insomma, sembra che gli stimoli non gli manchino.

Il centrocampo ha funzionato ad intermittenza, cose buone alternate ad altre meno positive.
Flamini sembra possedere un passo diverso da quello dei colleghi di reparto, ma anche per lui alle luci di un numero da grande giocatore ha fatto seguire le ombre del solito cartellino giallo collezionato.
Ancora un'ottima partita di Antonini, che alle qualità di rilievo aggiunge una consapevolezza dei propri mezzi e una fiducia in sè stesso che gli consentono di esprimere tutto il suo potenziale.

Per finire, buone le prestazioni di Bonera e Abbiati, mentre Borriello (che mi auguro non venga ceduto) è ancora in ritardo di condizione anche se ha mostrato qualche leggero progresso.
Se guardiamo ai problemi creati dalle assenze forzate di Pato e Nesta negli ultimi tre mesi della scorsa stagione, sembra che il problema dei centrali sia risolto (oltre al greco si può contare su Yepes e lo stesso Bonera), mentre per completare e assortire meglio la batteria degli attaccanti ... attendiamo novità dalla Catalunya.

mercoledì 18 agosto 2010

Florentino, il nipotino di Santiago

E' notizia di ieri l'acquisto di Mesut Özil da parte del Real Madrid.
Il giovane tedesco di stirpe turca (22 anni ad ottobre) è il sesto acquisto stagionale dei blancos; a parte il portoghese Ricardo Carvalho, che ha compiuto 32 anni a maggio, gli spagnoli hanno fatto mambassa di giovani dal futuro assicurato: il sopracitato Özil, Angel Di Maria (argentino, febbraio '88); Canales, talentuoso trequartista classe '91 prelevato dal Racing Santander; Pedro Leòn, 24 anni a novembre, centrocampista che sembrava potesse arrivare al Milan un paio di mesi fa; Sami Khedira, tedesco di origini tunisine, classe '87, centrocampista.
Il nipotino (Perez) del secondo presidente più titolato al mondo (Bernabeu, 16 scudetti e 6 coppe di Spagna in patria, 6 coppe Campioni, 1 Intercontinentale e 2 coppe Latine fuori dalla Spagna tra il 1943 e 1978), deve aver copiato il progetto berlusconiano di fare un mercato prendendo under 23 di sicuro talento.
Dopo i colpi ad effetto dello scorso anno (Cristiano Ronaldo, Kakà, Benzema, Xabi Alonso, Albiol, Arbeloa), quest'anno ha pensato di ringiovanire un pò la squadra.
L'esito della scorsa stagione insegna che, alla fine, è il campo ad avere l'ultima parola; dopo una campagna acquisti come quella di un anno fa le merengues avrebbero dovuto vincere tutto, invece sono rimasti a bocca asciutta ... vedremo quest'anno se lo "specialone" saprà trasmettere qualcosa di determinante alla sua nuova squadra.


Per curiosità sono andato a vedere sul sito ufficiale la rosa dei madrileni:


PORTIERI:
Casillas (5-81), Dudek (3-73), Adàn (5-87)
DIFENSORI:
Pepe (2-83), Albiol (9-85), Carvalho (5-78), Garay (10-86)
ESTERNI:
Ramos (3-86), Marcelo (5-88), Arbeloa (1-83), Drenthe (4-87)
CENTROCAMPISTI:
Xabi Alonso (11-81), Diarra L. (3-85), Diarra M. (5-81), Gago (4-86), Pedro Leòn (11-86), Khedira (4-87)
MEZZEPUNTE:
Kakà (4-82), Van der Vaart (2-83), Granero (7-87), Ozil (10-88), Canales (11-91)
ATTACCANTI:
Ronaldo (2-85), Higuain (12-87), Benzema (12-87), Di Maria (2-88)


Colpisce il fatto che ci siano solo due ultratrentenni: il portiere di riserva e il neoacquisto Carvalho. Quindi si tratta di una squadra giovane e ricchissima di talento ... una squadra che ha un recente passato in qualche modo deludente, soprattutto in Europa (comunque due le lighe vinte dopo il 2004 ... ) ma un presente e un futuro estremamente promettente.


Nel campionato spagnolo vige una regola che limita a 25 il numero di giocatori utilizzabili in campionato (esclusi i giovani della cantera), questa lista ne contempla 26 ... Kakà in esubero? ...

Segno dei Tempi

COMUNICATO UFFICIALE A.C. MILAN

18/08/2010 

A.C. Milan comunica di aver acquisito, dal Genoa CFC, con la formula del prestito con diritto di riscatto dell'intera proprietà, le prestazioni del calciatore Kevin Prince Boateng.

acmilan.com

mercoledì 11 agosto 2010

Integralismo Dinhano

La contrapposizione tra tifosi rossoneri sulla questione Ronaldinho sta assumendo i tratti di una vera "guerra di religione" virtuale.
La distanza tra le due "fazioni" è sempre più marcata.
E' sufficiente frequentare qualche forum e leggere alcuni blog per rendersi conto di come una "posizione moderata" sia quasi inesistente, e di quanto gli "estremismi" siano sempre più distanti tra loro.


Io mi colloco con decisione tra gli "antidinhani", ho accolto l'arrivo del Gaucho con sospetto, e la storia di questi ultimi due anni ha rafforzato i miei dubbi sulla bontà dell'operazione conclusa due estati fa tra Galliani e Laporta con il patrocinio di Silvio Berlusconi.

Come in tutti gli integralismi, anche in quello Dinhano esistono dei dogmi che, in quanto tali, sono indiscutibili.
Il più importante è quello secondo il quale "senza i 15 gol e i 17 assist del Dinho, lo scorso anno non si arrivava tra le prime tre in campionato".
Su questa "sura", per quanto possa apparire blasfemo agli integralisti Dinhani, si possono fare alcune obiezioni.
Per prima cosa non è consentito chiudere un bilancio inserendo nello stesso solo i "ricavi" ed omettendo i "costi", chi cita solamente i gol e gli assist si dimentica di mettere a bilancio i costi.


E' mia opinione, quindi discutibile per definizione, che mediamente, nell'arco dei 90' di gioco, il Dinho sia da pallone d'oro per un quarto d'ora ma nei restanti 75' lasci la squadra in dieci. E questo è un costo.
Gli altri "costi" si possono individuare nelle forzature tattiche imposte dal suo utilizzo obbligatorio sull'out di sinistra.
Per una sorta di simmetria tattica, Pato è costretto a giocare largo a destra lontano dalla porta, posizione che influisce negativamente sulla produzione offensiva dello stesso Pato.
Con due attaccanti così larghi, il centravanti si trova a lottare da solo contro l'intera difesa avversaria.


Ma alcuni problemi nascono anche a centrocampo.
Pirlo, con un solo mediano al fianco, è costretto a fare il mediano a sua volta.
In tutta la stagione ha prodotto un solo gol e tre assist, ed in fase difensiva ha fatto fatica mettendo in sofferenza anche la difesa.
Ambrosini si è sfiancato per tutta la stagione tenendo alla grande fino a marzo, ma poi è scoppiato.
La necessità imposta al Capitano di dedicarsi essenzialmente alla copertura del centrocampo gli ha impedito le consuete proiezioni offensive (a parte le avanzate sui calci piazzati), in questo modo Ambrosini è passato dagli 8 gol della stagione precedente all'unica rete dello scorso anno.

Questi sono aspetti, discutibili finchè si vuole, dei quali non tengono conto tutti quei tifosi che si limitano ad elencare i 15 gol (7 su rigore + tre sbagliati) e i 17 assist del Dinho come prova inconfutabile della grandezza del Gaucho e di quanto sia indispensabile al Milan.

Inoltre non è possibile sottrarre semplicemente i gol e gli assist del brasiliano come a dire che senza di lui il Milan avrebbe giocato in dieci.
Va presa in considerazione la possibilità che un altro tipo di giocatore al suo posto, magari un trequartista moderno, qualche gol e qualche assist lo avrebbe fatto in ogni caso, che Pato più vicino a Borriello avrebbe permesso ad entrambi di segnare qualche gol in più, che Pirlo meno impegnato a difendere sarebbe stato più lucido in fase di impostazione, che Ambrosini avrebbe fatto qualche gol in più se avesse potuto sfruttare le sue qualità nell'inserimento, che la difesa, con un filtro più efficace davanti, avrebbe preso qualche gol in meno ...


Fino ad adesso ho trattato solo di ciò che riguarda il campo, su ciò che invece concerne il comportamento fuori dal campo dico solo che si fa fatica ad investire il brasiliano del ruolo di faro, di uomo guida, di trascinatore della squadra quando mette in difficoltà un allenatore (specie se nuovo) presentandosi al raduno in condizioni fisiche disastrose (recidivo) e non permettendo, di fatto, all'allenatore stesso di impostare il lavoro con tutte le componenti tecniche più importanti a sua disposizione.
Per tutte queste considerazioni mi auguro che non si provveda a rinnovare il contratto a Ronaldinho in modo affrettato, che si valuti con attenzione nei prossimi mesi quanto accade fuori e dentro al campo e, se sarà necessario, lasciare andare a scadenza il contratto dell'ex Pallone d'Oro.


Pubblicato su Milan Day Blog
http://milandayblog.wordpress.com/2010/08/10/integralismo-dinhano/

sabato 7 agosto 2010

Carte d'identità ...

MilAnagrafe

Nel valutare le potenzialità di una squadra di calcio, la situazione anagrafica ha un'importanza relativa, è uno dei parametri di valutazione insieme alla cifra tecnica espressa dalla squadra stessa, all'esperienza ad alti livelli (che può anche essere notevole in un giocatore giovane così come scarsa in uno più anziano), o al grado di conoscenza reciproca all'interno della rosa (qualcuno lo chiama amalgama), alle capacità dell'allenatore ...
L'età media può diventare un fattore determinante quando si avvicina agli estremi e diventa o molto alta o molto bassa.

Determinare l'età media di una squadra significa determinare con precisione l'età di ogni singolo giocatore, e il modo più equo è assegnare ad ogni giocatore "l'età media stagionale" espressa in anni e mesi compiuti a metà stagione ... cioè a dicembre.
Per fare un esempio, Inzaghi compie 37 anni ad agosto, quindi la sua età media stagionale nel 2010/11 è di 37 anni e 4 mesi ... nella prima parte della stagione sarà leggermente più giovane, nella seconda un pò più anziano.
Per evitare di falsare il dato finale, è opportuno anche non considerare quei giocatori utilizzati troppo poco, ad esempio chi non ha raggiunto il 10% del minutaggio stagionale.

Fatta questa premessa, espongo i dati relativi all'ultima stagione disputata attribuendo ad ogni giocatore l'età media stagionale (quindi a dicembre 2009) esposta poco sopra, e non conteggiando Mancini (266' e 6% di utilizzo), Di Gennaro (119'), De Vito (101'), Verdi (44'), Onyewu (30'), Zigoni (14') e Strasser (7').

L'età media della rosa 2009/10 (24 giocatori) è stata di 30 anni e 9 mesi

l'età media dei 21 giocatori di movimento risulta di 30 anni e 3 mesi

quella della formazione tipo (gli 11 più utilizzati) è stata di 29 anni e 2 mesi (Dida, Abate, Nesta, Thiago, Antonini, Pirlo, Ambrosini, Seedorf, Pato, Borriello e Dinho)

la "panchina" (i 7 più utilizzati dopo gli 11 titolari) 31 anni e 6 mesi (Abbiati, Oddo, Favalli, Zambrotta, Gattuso, Flamini e Hunty)

le "riserve" (gli ultimi 6 giocatori) 32 anni e 10 mesi (Storari, Bonera, Kaladze, Janku, Beckham e Inzaghi)

Risulta un "undici titolare" con un'età media un pò alta ma accettabile, con 6/11 sotto i trent'anni, ma alternative e riserve un pò troppo attempate.

Facendo lo stesso "gioco" per quanto riguarda i reparti risulta:

Portieri 34 anni e 1 mese (Dida, Abbiati e Storari)

Centrali difensivi 31 anni e 6 mesi (Nesta, Thiago, Favalli, Bonera e Kaladze)

Terzini 29 anni e 10 mesi (Abate, Antonini, Zambrotta, Oddo e Janku)

Centrocampisti 31 anni e 6 mesi (Pirlo, Ambro, Seedorf, Gattuso, Flamini e Beckham)

Attaccanti 28 anni netti (Pato, Borriello, Dinho, Hunty e Inzaghi).

Ad oggi non è possibile fare un confronto tra la rosa dello scorso anno e quella attuale, il mercato è ancora aperto, non si sa se qualche ex primavera giocherà abbastanza da entrare nella statistica ed è impossibile prevedere chi risulterà tra i titolari, chi tra le alternative e chi tra le riserve.
Quello che si può dire al momento attuale è che i 20 giocatori ancora presenti in rosa hanno un'età media stagionale di 30 anni e 10 mesi, inserendo i tre nuovi la media diventa di 30 anni e 6 mesi.

Questioni Irrisolte

Se la stagione partisse oggi, il Milan si troverebbe ad affrontare alcune situazioni ancora da definire.
Questioni di organico, situazioni tattiche, rapporti tra importanti componenti della Società.
Mancano ancora 23 giorni all'inizio del Campionato e 26 alla chiusura del mercato, quindi "c'è tempo" ...
Galliani sostiene che se non parte nessuno non arriva nessuno, Allegri afferma che necessiterebbe di un centrocampista di gamba e con la predisposizione all'inserimento.
Il tecnico livornese mette sotto i riflettori la questione centrocampo, ma il reparto mediano non è l'unico che presenta qualche problema da risolvere.
Il settore dei terzini è affollato ma poco affidabile, siamo nelle mani di Antonini, Zambrotta può essere un'alternativa da centellinare, Oddo vedrà il campo molto raramente e Jankulovsky non rientra nei piani del Mister.
Per ricoprire il ruolo di terzino destro è stato acquistato Sokratis, ma al momento sembra decisamente più un centrale, come sottolineato anche dallo stesso Allegri.
Per il centrocampo il nome giusto potrebbe essere quello di Jucilei, brasiliano di 22 anni accostato al Milan un pò di tempo fa.
Risponde perfettamente all'identikit disegnato da Allegri: è giovane, ha un gran fisico oltre a ottime qualità tecniche, possiede un buon dinamismo e predisposizione all'inserimento.
Il problema potrebbe essere lo status da extracomunitario.
Qualche giorno fa Galliani, interrogato sulla possibilità di prendere il giapponese Honda, ha suggerito all'interlocutore di rivolgersi alla Figc, accusando "velatamente" la stessa per i notevoli problemi creati ai club con la riduzione da due a uno degli extraue tesserabili provenienti da federazione estera.
In realtà, comunque, il Milan un extracomunitario lo può tesserare dopo l'uscita di Dida.
E' chiaro che avendo un solo colpo in canna bisogna prendere bene la mira, poi, però, è necessario premere il grilletto.
E' probabile che Galliani stia valutando su quale obiettivo puntare il mirino, l'importante è riempire lo "slot" con un elemento da inserire tra i 15/16 titolari se non tra gli 11, e non un simil Adiyiah o uno pseudo Viudez.
Sempre irrisolta è anche la questione seconda punta, argomento sul quale è inutile dilungarsi.
Ricordo solo che in assenza di Pato, lo scorso anno sono stati utilizzati Abate, Backham, Mancini e Huntelaar, un chiaro indizio, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell'assenza in organico di un vice-Pato.
C'è poi la scottante questione Ronaldinho.
Investito dal proprietario del Milan del ruolo di uomo-simbolo (e di più grande giocatore di tutti i tempi), il Gaucho si è presentato al raduno in condizioni fisiche tali da essere ritenuto dal settore medico rossonero "non idoneo" a sostenere allenamenti con i compagni.
Dopo una settimana di lavoro differenziato viene finalmente aggregato alla squadra, ma evidentemente con troppa fretta. Infatti gli basta il primo giorno di allenamento vero per procurarsi una elongazione ad un muscolo della coscia.
Ma quella del Dinho non è solo una questione fisica, comportamentale, motivazionale o economica, è anche una questione tattica.
Berlusconi lo vorrebbe dietro alle due punte, che è anche il modulo preferito da Allegri.
Il problema è che il brasiliano non può giocare in quella posizione come sanno tutti meno uno ...
Mentre si attende che Ronaldinho torni a disposizione, Allegri continua ad istruire il resto della squadra sulle proprie idee tattiche, sui movimenti e gli atteggiamenti che vuole vedere in campo. Insomma, continua a fare il proprio mestiere nella speranza che un solo giocatore non gli vanifichi tutto il lavoro svolto una volta tornato disponibile.

Il tempo per risolvere qualche questione c'è, ma non è tantissimo. L'auspicio è che questo mese scarso che manca al via della stagione agonistica venga utilizzato da Galliani & Co. per risolvere questi problemi ormai cronici e radicati da troppo tempo.
P.S. L'assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2009 si è svolta oltre tre mesi fa, ma sul sito ufficiale dell'Ac Milan compare ancora il bilancio 2008 ... aggiornatelo per favore ... grazie.

Pubblicato su Milan Day Blog
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martedì 3 agosto 2010

Prime Impressioni

Sono bastati dieci giorni di ritiro e tre amichevoli per trovare interessanti spunti di discussione sulla prima stagione di Allegri sulla panchina rossonera. Il primo aspetto che si è evidenziato riguarda l’intensità e la pesantezza degli allenamenti.
Allegri ha imposto da subito doppi allenamenti, mettendo a dura prova la resistenza di giocatori poco abituati a simili carichi di lavoro. Ha colpito anche la sicurezza e l’autorità con le quali l’allenatore livornese ha assunto la leadership del gruppo e messo bene in chiaro quali siano le gerarchie.


Ritengo inutile commentare l’amichevole di Varese giocata a soli cinque giorni dal raduno; qualcosa di interessante, invece, è emerso nelle due partite giocate a Londra nel giro di 24 ore.
Si sono visti due diversi moduli di gioco, adottati in base alle caratteristiche degli uomini utilizzati.

Nella partita contro l’Arsenal si è visto un 4-4-2 in fase di non possesso, con Abate che, in fase offensiva, doveva salire sulla linea degli attaccanti opposto ad un Pato leggermente defilato sulla sinistra.
Nella seconda partita giocata contro il Lione, si è rivisto il 4-3-1-2 con il giovanissimo Merkel di raccordo tra centrocampo e attacco.
E’ un pò presto per parlarne, ma queste variazioni tattiche possono indicare una precisa attenzione di Allegri nel disporre la squadra in campo a seconda delle caratteristiche dei giocatori utilizzati … una delle “mancanze” di Leonardo lo scorso anno.


Per quanto sia ancora presto per dare valutazioni, qualche parola sui singoli la si può spendere.
Mi hanno colpito favorevolmente le prestazioni di Seedorf in zona Pirlo. Al di là dell’ottima gara disputata contro l’Arsenal e di quella buona contro il Lione, un leggero appannamento è inevitabile giocando due partite in meno di 24 ore, Seedorf ha dato la sensazione di essersi calato nel ruolo con molta convinzione, ulteriore indizio della capacità di Allegri nell’ottenere attenzione e applicazione dai suoi giocatori.
In teoria, la possibilità di alternare due giocatori come Pirlo e Seedorf in un ruolo tanto delicato, e, di conseguenza, poter disporre di un regista sempre fresco e ben allenato, può rivelarsi un bel vantaggio.

Nelle due partite è stato possibile anche vedere il nuovo acquisto Sokratis impegnato prima da terzino destro e poi da centrale.
Se l’acquisto del greco è stato deciso in ottica terzino, la sensazione è che si sia, in realtà, rimpolpato il reparto dei centrali, e che la questione terzini continui ad essere un problema irrisolto.
Jankulovsky sembra finito fuori rosa, Oddo … lo abbiamo visto tutti, Zambrotta può dare una mano di tanto in tanto, Abate pare reinserito stabilmente nel gruppo dei centrocampisti.
L’unico terzino veramente affidabile è Antonini, e Sokratis, come detto, al momento sembra più un centrale.

Tornando a centrocampo, ottimo l’approccio alla stagione di Flamini che possiede la capacità di inserimento che Allegri chiede ai suoi centrocampisti.
Qualche buona notizia arriva anche dai giovani aggregati per il torneo londinese.
Ha destato un’ottima impressione il diciottenne Merkel (che qualcuno ha già ribattezzato “il Cancelliere”), dotato di personalità, qualità tecniche e ottimo dinamismo.


Per concludere, la prima sensazione dopo questo scorcio di preparazione è che Allegri stia facendo un buon lavoro, e che, al contrario di quanto si temeva, abbia sufficiente personalità per governare e farsi seguire dalla squadra.
Alla società spetta il compito di supportarlo adeguatamente mettendogli a disposizione tutti gli strumenti necessari alla realizzazione del suo progetto.


Pubblicato su MilanDayBlog
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