Non so se sarò capace di esprimere con chiarezza il concetto che ho in testa, non è facile ma ci provo lo stesso.
Osservando i componenti dell'attuale rosa rossonera percepisco che c'è qualcosa che stride, che non va, che non mi convince. Qualcuno mi dirà che è l'età media troppo alta della squadra che non va, qualcun altro suggerirà che quello che stride è il grado di pippaggine superiore al consentito presente attualmente, e ci sarà sicuramente chi rileverà entrambe le cose, così come (ed ho un indiziato molto preciso :) ...) ci sarà qualcuno che sosterrà che la rosa va benissimo, e che quello che non convince è l'allenatore.
Si può essere più o meno d'accordo con queste ipotesi, ma l'aspetto che mi colpisce maggiormente è la scarsità di elementi in grado di ereditare dai "vecchi" entità come lo spirito di appartenenza e l'identità rossonera, per mantenerle vive e trasmetterle, un domani, alle "generazioni future". Attualmente questa caratteristica apparentemente astratta ma fortemente caratterizzante, è posseduta da un gruppo di giocatori in procinto di chiudere la loro carriera rossonera per raggiunti (da mo') limiti d'età. Guardando la "nouvelle vague" presente in organico, si fa fatica a trovare un gruppo sufficientemente numeroso di elementi in grado di recepire oggi per trasmettere domani questa peculiare caratteristica.
Nel giro di un anno o due Ambrosini,Abbiati, Gattuso, Nesta, Inzaghi e Seedorf lasceranno, e gli unici che attualmente paiono in grado di ricevere questa sorta di "imprinting" sono Thiago Silva (sperando che rimanga ancora a lungo con noi), Abate e, forse, Boateng, Robinho e il Faraone se saranno capaci di "apprendere" con una certa rapidità. Ci sarebbe anche Pato che dovrebbe sprizzare "milanismo" da tutti i pori, ma lui sembra essere completamente refrattario e insensibile a tutto ciò che non sia concreto e tangibile. Gli altri sono troppo in là con gli anni (Mexes, Yepes, Van Bommel, Zambrotta), o non possiedono una personalità spiccata e/o grandi qualità tecniche (Antonini, Bonera, Flamini, Emanuelson), o non hanno nel dna la capacità di rappresentare qualcosa di diverso da loro stessi (Ibra, Cassano), oppure, pur essendo ancora giovani, hanno una storia alle spalle che li caratterizza fortemente e li rende poco idonei a raccogliere una simile eredità (Aquilani, Nocerino, Amelia).
Insomma, ho la sensazione che manchi una generazione di mezzo, e che questa assenza possa disperdere un "patrimonio spirituale" che ha avuto origine nella notte dei tempi (rossoneri) e che non è ascrivibile esclusivamente agli elementi di maggior spicco come, per non andare troppo indietro nel tempo, Tognon, Liedholm, Cesare Maldini, Rivera, Baresi, Paolo Maldini; ma a tutti coloro che con queste autentiche bandiere hanno scritto gli ultimi sessant'anni di storia casciavit con pari dignità e rango, e che hanno dato un grande contributo alla conservazione e alla trasmissione dello spirito e della identità rossonera: Bonomi, Zagatti, Annovazzi, Gren, Buffon, Schiaffino, Frignani negli anni 50; Altafini, Sani, David, Trebbi, Danova, Trapattoni, Lodetti, Prati, Anquilletti, Rosato, Schnellinger nei 60; Sabadini, Benetti, Bigon, Chiarugi, Turone, Aldo Maldera, De Vecchi, Buriani, Antonelli nei 70; e poi Tassotti, Evani, Filippo Galli, Virdis, Donadoni, Ancelotti, Massaro, Van Basten, Gullit, Rijkaard, Costacurta, Albertini, Simone, Boban, Eranio, Savicevic, Desailly, Weah, Sheva, Serginho, Rui Costa, Pirlo, Kakà ...
Leggendo questo lungo, per quanto incompleto, elenco, si può notare che la stragrande maggioranza dei soggetti sono stati un prodotto del settore giovanile oppure sono arrivati al Milan precocemente ... diciamo da under23. Tutti gli altri sono elementi dotati di classe e grande personalità. Guardando l'attuale rosa rossonera mi accorgo che sono ben pochi coloro che possono vantare una di queste tre caratteristiche. Forse è questo che stride, che non va, che non mi convince.
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