martedì 5 luglio 2011

... ma buongiooorno ...

 Sembra che i vertici della Federazione Calcio siano tornati tra noi ... sembra ... prima di dargli il benvenuto definitivo aspettiamo di vedere come se la cavano con gli scudetti cartonati, ma insomma ... qualche segno di vita con la riapertura al secondo extracomunitario sembrano averlo dato. Solo un anno fa Abete (legna da ardere), con tutto il Cosiglio Federale, partoriva la decisione di limitare a uno gli extracomunitari tesserabili per "risollevare le sorti della nazionale", ma dopo un anno di profonde cogitazioni sono giunti alla conclusione che il provvedimento era inefficace ... un po' come dare degli antibiotici a chi soffre di pellagra ... non risolve il problema e magari ne crea di nuovi. Dopo questo primo passo mi aspetto che Abete si ravveda totalmente, e che magari tra un anno tolga ogni limitazione alla circolazione degli extracomunitari ponendo il nostro calcio a parità di condizioni con i principali campionati europei.

Se proprio si vuole rilanciare il calcio italiano a livello di nazionali (che tradotto significa rilanciare i vivai), io qualche ideuzza ce l'avrei.
Ad esempio porre un limite di 25 giocatori over 20 tesserabili in campionato (con qualsiasi status). Questa norma eviterebbe ai club italiani la formazione di rose di 30 e oltre giocatori (con gran spreco di risorse finanziarie) costringendoli ad attingere alle rispettive formazioni primavera in caso di necessità, ed obbligandoli a migliorare la cura e l'organizzazione dei vivai. Se si vogliono porre dei limiti agli stranieri lo si può fare proprio a livello giovanile, cosa che non troverebbe ostacoli neanche rispetto alle normative europee sulla libera circolazione dei lavoratori dato che si tratterebbe di soggetti minorenni. Si può anche stabilire, volendo, un numero minimo di giocatori da mettere in campo eleggibili in nazionale.

Insomma, le soluzioni ai problemi della competitività del nostro calcio non mancano, se ne può discutere, si possono fare dei tentativi contemplando anche il rischio di sbagliare. La cosa importante è che qualsiasi soluzione sia corroborata da un minimo di logica e di buon senso, logica e buon senso totalmente assenti nel provvedimento restrittivo preso dalla Federazione giusto un anno fa.

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