domenica 31 luglio 2011

Deja-vù

DOVE: tra la penisola iberica e Milano
QUANDO: nell'ultimo lustro
PERCHE': ... a saperlo ...

Estate 2007 - Il Milan è Campione d'Europa a dispetto di tutto e tutti. La squadra avrebbe bisogno di una bella rinfrescata, ma siamo Campioni d'Europa ergo ... siamo a posto così. La conquista della Coppa convince Galliani e Berlusconi a posticipare un rinnovamento necessario come l'aria per respirare. In uscita ci si limita a dare l'addio al quasi quarantenne Costacurta e si rispedisce al mittente un fallimentare Ricardo Oliveira. In entrata si acquisisce Pato tenendolo in freezer fino a gennaio e si "rinforza" il centrocampo con Emerson.
Un Emerson reduce da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Una scommessa persa in partenza.

Estate 2008 - Come forse si poteva prevedere, un ex mezzo giocatore e un giovanotto disponibile solo per mezza stagione non potevano dare molto alla causa rossonera. Infatti ci si trova ad operare sul mercato senza i soldi della Champions Legue dopo il quinto posto nel campionato precedente. Torna Abbiati, arriva Flamini a parametro zero ma a stipendio oversize, arriva Senderos in prestito, torna Antonini dopo aver girato mezza Italia in prestito o in comproprietà, torna Borriello a peso d'oro dopo l'ottima stagione al Genoa ... ma non è finita qua ... c'è posto anche per i top-player, in sequenza arrivano nientemeno che Sheva, Zambrotta e Ronaldinho.
Sheva, Zambrotta e Ronaldinho tutti reduci da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Tre scommesse perse in partenza.

Estate 2011 - Siamo Campioni d'Italia, abbiamo un nuovo tecnico che encomiabilmente ha cambiato volto alla squadra un po' per merito del materiale umano messogli a disposizione dalla società e un po' per aver sparigliato le carte, per quanto possibile, riguardo alcuni dogmi imperanti al Milan da tempo immemore. La squadra ha una buona base di partenza, c'è, però, da raccogliere sul mercato elementi in grado non solo di migliorare le prospettive europee, ma di conservare la competitività in ambito nazionale.
Il centrocampo, che non mi stancherò mai di ripetere quanto sia il reparto che determina i destini di una squadra di calcio, ha bisogno di un rinforzo di valore assoluto e di un elemento in grado di reggere la rotazione all'interno del reparto. Montolivo rientra in quest'ultima casistica (a patto che non costi più di 5/6 mln dato che, a parte il valore intrinseco del giocatore, ha il contratto in scadenza), e può essere il benvenuto a patto che arrivi anche il rinforzo di valore assoluto (che continuo a credere possa essere Fabregas).
Ciò che mi preoccupa sono le voci riguardanti il ritorno alla base di Ricardo Kakà.
Un Kakà reduce da due stagioni totalmente fallimentari sia sul piano fisico che su quello tecnico. Una scommessa (quasi) persa in partenza.

La possibilità del ritorno al Milan di Kakà ha già aperto discussioni nei blog e nei forum rossoneri tra favorevoli e contrari. Ne emerge un quadro piuttosto sbilanciato a favore del partito dei contrari, ma, come giustamente fa notare Marcovan nel suo Diabolico Milan, i media sembrano interpretare gli umori dei tifosi in modo diametralmente opposto visto che si parla di entusiasmo, si prevedono impennate nella vendita degli abbonamenti, si immaginano schiere di tifosi sognanti per il ritorno di Ricardino. Se comincio a temere veramente il ritorno del brasiliano, è proprio a causa di questa forzatura operata dalla "stampa", quasi fosse una sorta di "propaganda politica".

La mia posizione sulla vicenda della cessione di Kakà è spiegata con chiarezza nel messaggio di benvenuto di questo stesso blog.
Ho avuto modo, in queste ultime settimane, di leggere e partecipare ad alcune discussioni tra favorevoli e contrari al ritorno di Kakà. Una teoria esposta da più parti, che mi trova in totale disaccordo, è quella secondo la quale chi ha criticato la cessione di Kakà non ha facoltà di criticare il suo ritorno per questioni di coerenza, che mi sembra una maniera un po' troppo semplicistica di trattare l'argomento. L'operazione Kakà/Real Madrid è stata un fallimento totale dal punto di vista dell'immagine del club (che per la prima volta nella sua storia ha venduto il suo simbolo del momento) ed è stata un fallimento totale dal punto di vista della comunicazione nei confronti dei tifosi, presi in giro con le menzogne elargite in quei giorni a dispetto dell'evidenza dei fatti e con l'aggravante delle motivazioni elettorali che ne stavano alla base. Se si analizza la cessione esclusivamente in ottica tecnica, che è l'argomento di punta di chi ha avallato la sua cessione e di chi ha imputato la stessa ad un tradimento di Kakà, pare evidente che l'operazione sia stata un successo totale. Un giocatore pagato dal Real più di 60 mln denuncia notevoli problemi fisici e una conseguente grave crisi d'identità, 60 milioni (ricordiamolo ai sostenitori del tradimento di Kakà) serviti quasi esclusivamente per ripianare il bilancio.
Seguendo la stessa logica (chi ha criticato la cessione non può criticare il ritorno) viene da dire che chi ha avallato la cessione del brasiliano dovrebbe essere contrario ad un suo ritorno, ma molti di loro sarebbero ben felici di riaccoglierlo ... come si può essere favorevoli al ritorno di quello che questi stessi tifosi definirono un giocatore rotto, finito?

Io non so quale sarebbe stato il destino di Kakà se fosse rimasto a Milano. Magari oggi ci ritroveremmo in mano un rottame senza valore e rimpiangeremmo ancora i rifiuti alle offerte di City e Real. O magari non avrebbe vissuto tutte le traversie che gli sono capitate a Madrid e sarebbe stato ancora un punto di forza della squadra. Vorrei ricordare a chi dice che le ultime due stagioni di Ricky sono state negative, che nel suo ultimo campionato (2008/09) è stato il goleador della squadra con 16 reti in 31 presenze, così come nel campionato precedente (15 reti in 30 presenze) ... quella che sia stato un "pacco" affibbiato volutamente a Perez è una leggenda metropolitana.

Ma riprenderlo oggi è un altro paio di maniche, perchè sia un'operazione vincente ci sono troppe cose che devono girare per il verso giusto. I problemi fisici oggi li ha certamente, è da ricostruire psicologicamente (due anni con Mourinho hanno distrutto la psiche di un iceberg come Sheva ... figuriamoci che danni possono aver prodotto in Kakà), che sia un'operazione a basso costo è tutto da dimostrare, così come tutta da dimostrare è la disponibilità del brasiliano (o di suo padre) a percepire un ingaggio "umano". Inoltre penso che il Milan stia cercando di voltare pagina, e che stia incontrando alcuni ostacoli a causa di chi lavora per il mantenimento dello status quo (leggasi "i senatori"), il ritorno di Ricky sarebbe un ulteriore ostacolo a questo processo di rinnovamento.

In conclusione: se gli acquisti per la prossima stagione fossero Montolivo e Kakà (oltre a Taiwo, Mexes e El Shaarawy), riterrei il Milan indebolito rispetto allo scorso anno, se invece arrivasse Cesc, insieme a Montolivo, potrei anche accettare la scommessa Kakà (pur rimanendo scettico), sospenderei ogni giudizio sull'operazione e valutarei i fatti a maggio 2012.

Nessun commento:

Posta un commento

Non è stata attivata nessuna moderazione dei commenti.
L'amministratore del blog, però, si riserva di cancellare tutti quei commenti che dovessero violare le leggi vigenti.