Solo un paio di settimane fa andava di gran moda la frase "lo scudetto lo possiamo perdere solo noi" ... da sabato sera sorge il sospetto che siamo riusciti nell'impresa. E' molto forte la sensazione che il campionato in corso possa finire nel triste elenco delle grandi delusioni del tifoso rossonero, sensazione ulteriormente rafforzata da un esame razionale della situazione.
Si pensava che la trasferta di Catania fosse l'ostacolo più difficile da superare, e che in seguito il "calendario" avrebbe fatto il nostro gioco. E' bastata la 31° giornata per destituire di ogni fondamento e credibilità la "teoria del calendario favorevole". Ciò che conta in questi frangenti sono lo stato psicofisico della squadra, oltre alle qualità tecniche e agonistiche dei giocatori che la compongono. E le capacità e il carisma dell'allenatore.
Purtroppo non c'è un solo parametro che permetta di guardare all'immediato futuro con un minimo di ottimismo. La squadra è falcidiata dagli infortuni, ma non è una novità. Ogni anno si parla di emergenza infortuni come se fosse un evento imprevedibile, ma è una storia che si ripete ormai da tempo, e non si sa come venirne a capo. Sempre riguardo l'aspetto fisico, va sottolineato anche il fatto, reiterato negli anni, che sono rari e ridotti nel tempo i momenti nei quali la squadra pare in buone condizioni atletiche. Perlopiù, nella immaginaria scala della condizione fisica, noi siamo soliti veleggiare tra lo stanchino e lo spompato totale. Contro la Fiorentina c'erano cinque giocatori di movimento inutilizzati a Barcellona, eppure alcuni di loro sono stati tra i peggiori.
A mio parere è stato anche commesso un peccato di presunzione. Dato il livello tecnico della squadra e le condizioni fisiche generali si sarebbe dovuto indicare con chiarezza ai giocatori quali fossero i veri obiettivi da raggiungere (lo Scudetto), deresponsabilizzando la squadra sia riguardo l'impossibile sfida al Barcellona in Champions che per il ritorno di Coppa Italia con la Juve. Invece adesso si parla di contraccolpo psicologico. Inoltre avremmo dovuto preservare determinati giocatori per le partite veramente importanti (quanto ci sarebbe servito Thiagone a Catania e con la Fiorentina ...). Insomma, siamo caduti nel trappolone dell'orgoglio, e rischiamo di confermare quel detto figlio della saggezza popolare che afferma che "chi troppo vuole nulla stringe". Domani con il Chievo, una vittoria non darà certezze riguardo lo scudetto, mentre una mancata vittoria ci taglierà fuori definitivamente. Spero che a Milanello ne siano tutti consapevoli.
Indipendentemente da come andrà a finire, mi piacerebbe che si imparasse la lezione. Se vogliamo veramente competere ai massimi livelli europei dobbiamo cambiare determinate strategie. La politica dei parametri zero e dei rinnovi di massa non paga, e rischia di non pagare neanche tra i confini nazionali. Ma se il "portafoglio" non ci dà altra scelta, allora bisogna avere il coraggio di guardare negli occhi la realtà, determinare realisticamente le priorità e agire di conseguenza.
P.S. Ma del modo scazzato di giocare di Ibra nell'ultimo mese e mezzo ne vogliamo parlare? ... che roba è quella rabona sull'1-1 ? ... e quei due cross finiti in curva effettuati di esterno destro da sinistra? Parlo di Ibra perchè sui vari Mexes, Muntari, Zambrotta, Emanuelson, Robinho ecc. c'è poco da aggiungere ...
P.P.S. Le statistiche stagionali complete sono qua.
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