TOTTENHAM - Martedì non eravamo nelle migliori condizioni tecnico/tattiche possibili per affrontare l'impegno con gli Spurs. Sommavamo qualche "bug" strutturale che ci portiamo dietro da qualche anno ad uno schieramento di centrocampo formato da manovali coadiuvati da un architetto alle prime armi, con l'aggiunta di un trequartista che non si vuole rassegnare ad andare in pensione. Tutto ciò avrà anche influito sulla brutta prestazione offerta dalla squadra nel primo tempo (ma delle cose da dire ci sarebbero anche riguardo al secondo), ma la realtà che dobbiamo guardare coraggiosamente in faccia è che ormai non facciamo più paura a nessuno, che si chiami Zurigo o Real Madrid, Marsiglia o Tottenham. Vengono in casa nostra a fare la voce grossa, a giocarsi la partita come farebbero con qualsiasi loro pari. Niente di male, per carità ... i cicli nascono, si sviluppano e ad un certo punto finiscono. Ricostruire un nuovo ciclo vincente in Europa mi sembra una sfida stimolante per chi ne avesse la volontà.
GATTUSO vs JORDAN - Per un giocatore che ha dominato in Europa e nel Mondo questa situazione è difficile da digerire. La misura era colma ... l'orgoglio e l'animus pugnandi che hanno da sempre contraddistinto il nostro, messi a contatto con le provocazioni di quella che alcuni definiscono una "bandiera" (sigh) come Joe Jordan, hanno prodotto una miscela esplosiva ... che infatti è esplosa. Dice bene Galliani, non è stata una scena edificante, Rino ha sbagliato e pagherà per il suo errore ma finiamola qua, niente gogne nè crocefissioni.
GLORIA e BANDIERE - Mi soffermo ancora un attimo sullo squalo Jordan. Qualcuno lo ha chiamato "vecchia gloria rossonera", qualcun altro, come dicevo prima, si è spinto addirittura a definirlo una "bandiera". Mi pare che si faccia parecchia confusione con gli appellativi. Io Jordan me lo ricordo, ed il ricordo più nitido che mi rimane sono i due miseri gol messi a segno la stagione che terminò con la prima (ed ultima) retrocessione sul campo della nostra storia. Due soli miseri gol che ebbero un notevole peso in quel tragico (sportivamente parlando) esito finale.
PATO & IBRA - Dice Allegri, e non potrebbe fare diversamente, che non ci sono problemi tra i due attaccanti. Ok, va bene, d'accordo ... ma sarà il caso di risolverli al più presto se vogliamo vincere questo benedetto scudetto. I due andranno anche d'amore e d'accordo, ma nei 1010 minuti nei quali hanno giocato insieme il Milan ha segnato 14 reti e ne ha incassate 16 ... mentre con solo uno dei due (o senza entrambi) in 2050 minuti sono stati realizzati 42 gol e ne sono stati presi 12 ...
RECUPERI - Mentre noi ci stavamo ancora leccando le ferite provocate dagli appuntiti speroni londinesi, i presunti cugini sono passati dal Franchi a riscuotere tre punti dall'amico (loro) Sinisa. Ok, dopo lo stop subìto a Torino dai biscioni, sperare in un nuovo passo falso di un genio come Leonardo sarebbe stato troppo. Adesso, almeno, potremo tornare ad ignorare i numeri virtuali per dedicarci a quelli reali, i quali dicono che abbiamo un margine di vantaggio di 5 punti con il derby ancora da giocare ... non sono tantissimi ma neanche pochi.
FATAL VERONA - Senza fare tabelle (che porta tanta sf...jella) e senza stare a definire ogni partita che manca alla conclusione del campionato come "una finale" (che è quasi peggio delle tabelle), l'obiettivo da perseguire è arrivare al derby conservando almeno i 5 punti di vantaggio che abbiamo oggi. Il primo passo per ottenere questo risultato è andare a vincere domenica pomeriggio a Verona, cosa tutt'altro che semplice anche a causa del buon momento che stanno vivendo i clivensi. Devo dire la verità ... tutte le volte che c'è in ballo uno scudetto ed il programma prevede la trasferta a casa di Giulietta e Romeo mi corrono dei brividi lungo la schiena (nel '73 piansi a dirotto davanti alla radio, nel '90 fui costretto a sostituire non poche suppellettili). D'accordo, è il Chievo e non il Verona, ma lo stadio è sempre quello, e non sono ancora riuscito ad esorcizzarlo ...
Pubblicato sul sito di Milan Day
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