Pericolo scampato.
No, non quello di affrontare Krasic questa sera a San Siro, ma quello di creare un pericoloso precedente che avrebbe consentito a qualsiasi giocatore di tuffarsi inpunemente in area al minimo sfioramento dell’avversario.
Solo la miopia o l’ingenuità possono avere spinto la dirigenza bianconera a presentare ricorso contro la squalifica di due giornate comminate dal Giudice Sportivo all’esterno serbo, oltre ad una buona dose di quella mentalità sbagliata che, se debellata, aiuterebbe il calcio italiano ad uscire dall’attuale empasse.
Nella settimana del “Superclassico” non si parla di tattica, di tradizione, di rivalità, di prospettive … l’attenzione dei tifosi viene catalizzata dal ricorso della Juventus, afflitta da sindrome da accerchiamento, nonostante la indiscutibile simulazione del giocatore serbo e la giusta squalifica per “comportamento gravemente antisportivo”.
Se ci fosse un po’ più di fair-play e di lealtà, il calcio sarebbe uno sport molto più piacevole e molto meno violento sia in campo che sugli spalti o intorno agli stadi.
Adesso si vuole mettere in discussione la norma che, con la prova tv, consente di punire chi si rende protagonista di questo tipo di episodi … io, oltre alle giornate di squalifica al giocatore, darei anche dei punti di penalizzazione alle società di appartenenza.
Oggi, nelle rarissime occasioni nelle quali un giocatore ammette la”furbata”, le società non apprezzano, e il giocatore finisce per fare la figura del pirla.
Confesso che Krasic è uno dei miei “pupilli” e che avrei stappato una bottiglia di quello buono nel caso fosse giunto a Milanello, quindi non ho prevenzioni di sorta nei suoi confronti.
Nel caso specifico si tratta di valutare un episodio che, se verificato, viene sanzionato dal regolamento con due giornate di squalifica.
Osservando le immagini è evidente che il difensore bolognese frena un attimo prima di provocare qualsiasi contatto, mentre Krasic finisce a terra trascinando il piede sinistro come se fosse stato falciato rendendo palese la simulazione.
Qualcuno ha voluto attribuire al leggero tocco con la mano del bolognese sulla spalla del serbo la causa di uno sbilanciamento che avrebbe fatto perdere l’equilibrio a quest’ultimo, ma lo stesso trascinamento del piede da parte di Krasic smentisce questa risibile giustificazione (senza contare l’evidente disagio mostrato in partita dal protagonista e le sue scuse nel dopopartita).
Ancora più risibile è stato il tentativo di assimilare l’episodio di Krasic a quello del presunto colpo al viso simulato da Robinho … costa fatica spiegare quali differenze esistano tra i due episodi (differenze che dovrebbero essere evidenti), ma dal momento che molti tifosi bianconeri fanno torto alla propria intelligenza, spenderò qualche parola per spiegarglielo.
Premetto che il comportamento di Robinho in quel frangente è assolutamente censurabile, ma a mio parere rientra nelle competenze della gestione disciplinare dei propri tesserati da parte della società, e non del Giudice Sportivo.
Sarebbe cosa buona e giusta che il Milan, così come qualsiasi società di calcio, stabilisse che simili comportamenti siano sanzionati con una multa.
Ma detto questo, è un dato di fatto, e non una opinione, che Krasic abbia procurato un rigore fasullo, mentre Robinho non ha provocato alcuna sanzione ad Aronica.
Krasic ha ingannato l’arbitro, che se non fosse stato ingannato non avrebbe concesso il rigore e avrebbe ammonito il giocatore risparmiandogli le due giornate di squalifica.
Nel caso di Robinho l’arbitro ha visto la sbracciata di Aronica, ma ha lasciato giustamente proseguire il gioco valutando la reazione del brasiliano (ripeto, censurabile) come una ditata in un occhio o un’unghiata al viso, ecco il motivo del mancato cartellino al rossonero.
Pubblicato su Mondo Milan Day
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