mercoledì 23 febbraio 2011

Miopi veggenti

L'ultimo turno di campionato ha visto tornare protagoniste le cantonate delle terne arbitrali. Chi più chi meno ne hanno tratto beneficio tutte e tre le prime della classe, anche se con episodi molto diversi tra loro. Il gol di Robinho poteva anche essere annullato. Non è chiarissimo se la palla caramboli prima sul petto e poi sul braccio nei pressi della spalla (e in questo caso la regola concede la presunzione di involontarietà), se fosse stato annullato sarebbe stata una decisione accettabile pur continuando ad essere un episodio discutibile. Non era invece discutibile il fuorigioco sul gol poi misteriosamente assegnato a Ranocchia (sembra evidente il tocco con il ginocchio del difensore cagliaritano), così come era piuttosto netto il rigore non concesso al Catania sullo 0-0 nel posticipo di Napoli.

Ma non è nel merito degli episodi che voglio entrare, mi interessa porre l'attenzione sui consueti esercizi di aritmetica che gli "esperti" tendono a svolgere in questi casi: il Milan che vince 2-1 con un gol presumibilmente irregolare prende tre punti quando ne avrebbe dovuto guadagnare uno solo. Stesso discorso per l'Inter che vince di misura grazie ad un gol in fuorigioco, sul Napoli il discorso si fa più complicato perchè poi i rigori vanno anche realizzati come insegna Cavani nella stessa partita con il Catania.


Evidentemente fior di giornalisti ed opinionisti ritengono che le partite oggetto di errori arbitrali abbiano un'unica trama possibile, e che sia impossibile oltrepassare i confini del disegno stabilito dal destino per quella tal partita. Ritengono, cioè, che se l'arbitro avesse annullato il gol di Robinho, la partita sarebbe continuata nello stesso modo, che il Chievo sarebbe passato in vantaggio con Fernandes al 61' e che Pato avrebbe pareggiato al 82'. Nel caso dell'Inter danno per scontato che se l'arbitro avesse annullato il gol di Ranocchia (va beh) al 7' del primo tempo (praticamente con tutta la gara ancora da giocare), la partita sarebbe terminata sullo 0-0. Altrimenti non si spiegherebbero le classifiche virtuali (al netto degli sbagli delle "giacchette nere") che periodicamente appaiono sui giornali o sulle pagine web. Pur rispettando le opinioni altrui, ritengo divertente una simile visione delle cose. Gli unici errori che determinano quasi certamente un risultato sono quelli che si verificano negli ultimissimi minuti, tutti gli altri lasciano il campo aperto a qualsiasi possibilità.

Viceversa, questi infortuni dei direttori di gara vengono sistematicamente ritenuti ininfluenti solo e soltanto se si verificano quando il risultato pare acquisito ... facciamo un'ipotesi: se domenica la Roma avesse segnato il 4-0 contro il Genoa con una rete irregolare è molto probabile (ma non certo) che non avremmo assistito alla clamorosa rimonta rossoblu, magari la partita sarebbe finita 4-1, o 4-2 o 5-2, ma sono sicuro che nessuno dei veggenti che si occupano di moviole e movioloni avrebbe considerato questo ipotetico gol irregolare come determinante per il risultato finale.

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