L'ufficio di Galliani |
Se guardiamo ai precedenti (Sheva e Kakà appunto) ci accorgiamo che la gran parte del ricavato va a beneficio del bilancio, mentre quel poco che si reinveste lo si fa a sproposito, strapagando una pippa come Ricardo Oliveira o acquistando un quarto centravanti (Hunty) per poi sprecarlo all'ala nel 4-2-3-1 di Leonardo ... insomma ... vedremo quanto, e come, verrà reinvestito del ricavato. Ciò che mi pare evidente è che senza il centrale brasiliano la squadra ne uscirà indebolita.
Ma proviamo a fare un ragionamento. Proviamo a dare per scontato, anche se non lo è, che Sheva e Kakà avrebbero conosciuto lo stesso repentino tramonto vissuto a Londra e a Madrid anche se fossero rimasti in rossonero. L'idea di ricavare decine di milioni da un giocatore sull'orlo dell'implosione fisica e/o tecnica sembrerebbe un'idea geniale. Sarebbe una strategia in stile Udinese ma con una tempistica diversa per, ovviamente, traguardi diversi. L'Udinese vende a peso d'oro i suoi gioielli un anno o due dopo la definitiva consacrazione, mentre il Milan potrebbe venderli, sempre a peso d'oro, un anno o due prima della definitiva "dipartita".
A tal proposito mi chiedo quale potrebbe essere oggi la situazione economica del Milan (ma anche quella tecnica), se nel 2008 avessimo, ad esempio, ceduto Gattuso al Bayern invece che convincerlo a restare, o se nel 2009 avessimo venduto Pirlo al Chelsea invece che perderlo a parametro zero per poi vederlo giocare (e vincere) nella Juve. La strategia di sacrificare un campione all'anno (o ogni due) per dare una botta al bilancio ringiovanendo la squadra potrebbe anche pagare, ma dovrebbe essere una scelta strategica, e non una necessità.
P.S. Domanda: dovendo andare a prendere un difensore (diciamo Dedè) lo si paga di meno prendendolo prima di incassare 45/50 milioni o dopo aver incassato 45/50 milioni???
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