MiLana Caprina
"I nostri attaccanti giocano troppo lontani dalla porta, come li facciamo i gol così?".
Dopo avere criticato la qualità del gioco del Milan e dopo il dissenso espresso per l'arrivo di Mancini a gennaio, ecco un'altra critica di Berlusconi nel confronti del proprio allenatore.
Qualcuno interpreta queste schermaglie come indizi dell'addio di Leonardo al termine di questa stagione ricordando le analoghe stoccate dirette ad Ancelotti lo scorso anno, ma non tiene conto del fatto che lo stesso Ancelotti ha dovuto accettare (e sopportare) questo trattamento per tutta la sua carriera sulla panchina rossonera, e non solo nel suo ultimo anno. A mio parere Leonardo non sarà l'allenatore del Milan per la prossima stagione, ma non saranno questi i motivi principali del suo addio.
Non ho intenzione di stare qui a sindacare sull'opportunità nè tantomeno sulla liceità degli appunti espressi da Berlusconi riguardo la conduzione tecnica della squadra (d'altronde oltre a soffrire come gli altri tifosi lui ci mette anche il grano) , vorrei, però, approfondire nel merito il concetto espresso in quest'ultima occasione.
Il fatto, incontestabile, che le punte agiscano troppo lontano dalla porta e che, di conseguenza, siano poco pericolose, ha una causa tanto precisa quanto prevedibile già prima dell'inizio della stagione ... Ronaldinho.
Se il Gaucho fosse disposto a giocare da trequartista sarebbe possibile schierare un attacco con le classiche due punte le quali, oltre a stare più vicine tra loro e a darsi sostegno reciproco, avrebbero anche la possibilità di muoversi più nei pressi della porta.
Questa soluzione permetterebbe a Pato di essere molto più pericoloso di quanto non sia partendo dalla posizione defilata che deve assumere con questo schema, e, in assenza di Pato, anche le coppie Borriello-Huntelaar o Borriello-Inzaghi, ma persino Inzaghi-Huntelaar, potrebbero sfruttare meglio le loro qualità. Se Pato ala destra non esprime in pieno il suo potenziale, Huntelaar ala destra è chiaramente una soluzione d'emergenza.
Naturalmente il trequartista deve sommare alle qualità tecniche le qualità dinamiche; deve agire su tutta la larghezza del fronte d'attacco e deve anche fare pressione con una certa continuità sui primi portatori di palla avversari ... un pò quello che faceva il primo Kakà.
Inoltre il trequartista che si muove su tutto il fronte d'attacco sincronizza i propri movimenti con quelli della seconda punta, creando alla difese avversarie molti più problemi rispetto a quelli che riesce a provocare un attaccante esterno che parte sempre dalla stessa posizione.
Alle difese bastano concentrazione costante e organizzazione nei raddoppi per disinnescare l'avversario, a meno che il soggetto in questione non sia in un particolare stato di grazia e in condizioni fisiche ottimali, e a quel punto tutto può accadere. Questo spiega anche il perchè del rendimento altalenante del Gaucho; se è in forma e ha voglia, fa la differenza, se manca anche una sola di queste due condizioni fa scena muta.
Ronaldinho, però, oltre a non essere particolarmente dinamico non è neanche molto portato a pressare l'avversario, la sua unica opzione è partire molto largo a sinistra.
Di conseguenza Leonardo ha dovuto fare di necessità virtù, sacrificando Pato in un ruolo che lo penalizza e lasciando troppo solo il centravanti in mezzo alla difesa avversaria.
Dovendo schierare contemporaneamente Ronaldinho, Seedorf e Pirlo non esiste alternativa al 4-3-3 (o 4-2-1-3 o come lo si vuole chiamare).
Quindi, a mio parere, il sacrosanto appunto di Berlusconi sulla troppa distanza tra le nostre punte e la porta avversaria non è tanto una questione di scelte da parte di Leonardo quanto di un'assenza di alternative tattiche ... se alcuni giocatori devono essere sempre in campo, non si può giocare in altro modo che così.
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