domenica 2 ottobre 2011

All'inseguimento della propria ombra.

Non sono espertissimo di Rugby, ma qualcosa ne mastico dato che seguo le partite della nazionale da un certo numero di anni. Si è appena concluso il match tra Italia e Irlanda, era la partita conclusiva del girone ai mondiali in corso di svolgimento in Nuova Zelanda. All'Italia sarebbe "bastato" vincere per uno storico accesso ai quarti di finale di questa manifestazione giunta alla sua settima edizione.
Il Rugby azzurro è cresciuto molto una quindicina di anni fa guadagnandosi l'ammissione al torneo delle "5 nazioni" (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda, Francia) che da allora è stato ribattezzato "6 nazioni".
A livello mondiale le gerarchie sono molto più cristallizzate rispetto a quanto avviene nel mondo del Calcio. C'è un gruppo di nazionali in cima alla piramide (Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Inghilterra e Francia) che stanno un gradino sopra al secondo gruppo della piramide (Irlanda, Galles, Scozia e un'Argentina in grande crescita). Il più delle volte, in un incontro tra una squadra del primo gruppo e una del secondo ne esce vincente la prima, ma non è impossibile che il pronostico venga sovvertito come capitato, in questi stessi mondiali, con la vittoria irlandese ai danni degli australiani. L'Italia fa parte di un terzo gruppo insieme al Canada e alle nazionali delle varie isole del pacifico come Tonga, Fiji e Samoa. Queste squadre non hanno praticamente nessuna possibilità di impensierire seriamente le nazionali più forti, mentre contro le squadre del secondo gruppo, pur essendo nettamente sfavorite, può anche capitare di portare a casa una vittoria.

Il problema dell'Italia è che dopo il salto di qualità di una quindicina di anni fa, si è inchiodata ... altri progressi non ne sono stati fatti, sono anni che siamo li ad un passo ma non raggiungiamo mai l'obiettivo, come se stessimo inseguendo la nostra ombra. Davanti all'opportunità di ottenere un risultato storico, oggi contro l'Irlanda, non reggiamo mentalmente e commettiamo errori banali. Dopo un primo tempo terminato sotto per 9-6, nel secondo c'è stato il solito crollo.
Tre mete subìte, e un parziale di 27-0 per il 36-6 finale. Perdere contro l'Irlanda, come dicevo prima, ci può stare benissimo, ma facendogli sudare la vittoria fino all'ottantesimo senza sbracare. Eppure in tutti questi anni abbiamo avuto allenatori neozelandesi, francesi, sudafricani ... e i nostri rugbysti giocano nei campionati francesi e britannici in squadre tra le più forti d'europa.

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